Süden. Il caso dell'oste scomparso

il mistero - la scomparsa di un oste - che abbandona senza lasciare traccia alcuna la moglie e la sua attività e che non sembra aver motivi evidenti per scomparire - ma la ricerca di Suden permetterà di individuare non solo le tracce della scomparsa ma anche i motivi che l'hanno determinata - è un pretesto per parlarci dell'investigatore - un ex poliziotto e delle sue sofferenze interiori, sofferenze che sembrano le stesse sofferenze di chi scompare. L'ex poliziotto ha lavorato per anni alla sezione "scomparsi" della polizia e ha un suo modo di porsi con i casi deve risolvere; entrare nei panni delle persone che scompaiono, mettersi al loro posto, ma senza nessuna empatia o giudizio. In questa ricerca dell'anima dello scomparso e di se stesso il romanzo risulta piacevole, gradevole nella risoluzione finale, credibile nei personaggi e nelle ambientazioni.

Tabor Suden è un ex poliziotto dell'ufficio persone scomparse di Colonia appena trasferitosi a Monaco, sua città d'origine. L'uomo ha ricevuto una telefonata dal padre, il quale l'ha praticamente abbandonato in giovanissima età e non si è fatto più trovare, ed è in cerca del misterioso uomo che si spaccia per lui. Intanto viene convocato dalla titolare di un'agenzia di investigazione privata e assunto per le sue qualità di "segugio". Il caso di cui deve immediatamente occuparsi è quello della misteriosa scomparsa, datata ben 4 anni prima, di un oste, un caso di cui la polizia ha smesso di ormai di occuparsi, dando ormai per spacciato l'uomo. Suden si butta anima e corpo nella ricerca, parla con la moglie e tutti i conoscenti di Mundl e con il suo strano atteggiamento riesce a trarre delle valide informazioni sui segreti che l'uomo era riuscito a nascondere a tutti: l'oste ad una data ben precisa aveva inspiegabilmente cambiato comportamento. Ma perchè? Cos'ha d'importante quella data? Mentre Suden scopre che il padre è morto, le proprie indagini e le proprie intuizioni lo conducono direttamente all'isola di Sylt.... Non male! Un giallo dal ritmo lento che affonda le sue basi sulle riflessioni e le intuizioni dell'investigatore ombroso, di poche parole e dal passato complicato, ma con qualche pecca nella linearità della narrazione che, a volte, destabilizza un po' il lettore.

Thriller (si fa per dire) alla tedesca: ritmo lento, stile pacato, molta introspezione e tanta malinconia. Una lettura interessante e diversa dal solito.