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L' economia giusta - Edmondo Berselli - ebook
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Descrizione


«Edmondo Berselli se n'è andato. Ma, prima di lasciarci, ha scritto questo saggio, denso e veloce al tempo stesso. È dedicato alla ricerca di nuove vie verso "l'economia giusta", in tempi di crisi globale, dopo la fine della "superstizione monetarista". L'autore ripercorre criticamente i contributi teorici, le esperienze politiche e di governo piú significative, dall'Ottocento fino ad oggi. Scivola, con agilità, fra il marxismo e la dottrina sociale della Chiesa, il pensiero liberale e il socialismo, la socialdemocrazia e il neo-liberismo. Ai confini tra economia, sociologia, filosofia e storia. Un approccio ibrido, come il linguaggio è diretto e suggestivo. Inconfondibile. La conclusione è disincantata. Finita, rovinosamente, l'era del "pensiero unico monetarista", siamo rimasti senza risposte. Perché le alternative hanno già fallito. Non riescono ad essere credibili. Cosí, molto semplicemente, dovremo abituarci "ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere piú poveri". Berselli lascia cadere questo ammonimento nelle ultime righe. Quasi un invito a non dimenticare. Noi, certamente, non ci dimenticheremo di lui». Ilvo Diamanti
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
100 p.
Reflowable
9788858402634

Valutazioni e recensioni

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alberto pierobon
Recensioni: 3/5

Sin dall'inizio del libro vengono citati molti, e tra loro diversi, studiosi, sintetizzando in fulminee sintesi o battute, i loro principali apporti all'economia o alla società (tra altri: Hirshman, Marx, Schumpeter, Huizinga, Touraine, Bell. Giddens, Keynes, Putnam,Galli, Schmitt, Friedman,Hayek, von Mises, Rawls, Nozick, Adorno, Marcuse,etc). Occorre infatti ritrovare le nostre radici, nelle "ispirazioni di sintesi per lo sviluppo della società contemporanea", mettendo insieme individualismo e consumo, da una parte, e uguaglianza e diritti dall'altra. In breve: "Non possiamo non dirci capitalisti" (Albert), ma inscriverci in una impresa community (non soltanto commodity).La formula è di un'economia sociale di mercato nello sfondo culturale umanistico, se non religioso, dell'europa continentale Una terza via tra laissez-faire e socialismo? Comunque sia una dialettica tra grande economia e i soggetti sociali e politici democratici, in cui il mercato è uno strumento di difesa dai cartelli, monopoli e redditi. Accingiamoci, in ogni caso, a costruire una cultura della minore ricchezza, di un benessere più limitato, adeguandoci.

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Alberto Castrini
Recensioni: 4/5

Edmondo Berselli analizza impietosamente lo stato dell'economia "occidentale" e il perché siamo giunti a questo punto. È un approccio coraggioso, solitario, per capire le macerie che ci fronteggiano. Mancano gli intellettuali, i maitre a penser, che indichino una nuova strada verso un'economia giusta. La cultura politica mondiale é orfana di visioni che non si limitino alla bassa cucina delle scadenze elettorali. Non è possibile ritenere quella attuale una crisi passeggera che il Dio Mercato sanerà. L'accusa verso il liberismo monetarista è implacabile: ci sono state vendute improvvisazioni dilettantistiche come fondamenti economici. Chiaro riferimento al tacerismo e al reganismo. Anche la sinistra non è risparmiata, sia nella versione laburista/guerrafondaia di Blair sia nell'accettazione supina del mercato che propugna, prima la liberazione dai lacci statali e poi invoca aiuti per banche che con la truffa hanno riempito i portafogli dei loro dirigenti. Com'è possibile che sia passati dal ritenere iniquo il rapporto da 1 a 40 tra operaio e manager a quello attuale di 1 a 400 (nel caso di Marchionne invece siamo a 1 a 1700) nel silenzio/accettazione attuale? Importante anche l'analisi delle profonde differenze tra il capitalismo USA, governato dall'onnipotenza del libero mercato e quello quasi antagonista tedesco/giapponese attento alle implicazioni umane e la dottrina sociale della Chiesa Cattolica. L'avanzamento delle nuove potenze economiche (Cina, Brasile, India ecc.) ha ribaltato la vecchia divisione del mercato; non c'è più trippa per gatti perché i tempi della crescita infinita sono chiusi. Implacabilmente, Berselli ci ricorda che: "Dovremo abituarci ad avere meno soldi in tasca. Essere più poveri." O se preferite una formula consolatoria: decrescita felice. Per questo non possiamo scrollare le spalle e aspettare il ritorno dei bei tempi andati ma pensare e attrezzarci per il nuovo futuro che deve necessariamente partire dall'equità.

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Lorenzo Panizzari
Recensioni: 1/5

Sono stato spinto a leggerlo dalle recensioni positive di altri utenti, ma vado controcorrente: non mi è piaciuto! Capisco che l'autore abbia cercato di partorire una sorta di testamento spirituale ed una summa del pensiero suo e moderno, ma il testo è frettoloso, generico, confuso, superficiale, fonda secondo me il suo successo su una generale critica alla contemporaneità (che fa sempre audience), lo sfoggio di cultura tramite riferimenti e l'impressione che si forma nel lettore che se tanti sono a supporto di certe idee (fa niente se illustrate in modo confuso) allora le idee sono giuste. L'autore cita un po' di tutto in ordine sparso secondo i suoi personali nessi logici (Marx, Schumpter, LeoneXIII e la crisi islandese, solo nella prefazione) e dà sempre per scontato che tutti sappiano di cosa sta parlando (quanti conoscono la differenza tra tacherismo e liberismo? o tra lo Stato minimo di Nozick ed il capitalismo dirigista delle tigri asiatiche?) Accomuna come superati Fukuyama ed Hegel ma non spiega che i loro presupposti sono completamente diversi nei fondamenti dottrinari e nella contestualizzazione. Accosta il contrattualismo di Locke e di Rawls che in realtà erano molto diversi. Cita (senza citare) Galbraith (interrotto il ciclo del miglioramento di vita), Sapelli (la finanza non può creare ricchezza), Latouche (teoria della decrescita), Beck (i rischi insiti nella modernità), Baumann (la velocità di cambiamento nella e della vita) ed ovviamente Klein (no logo); solo per indicarne alcuni. Cerca insomma di mettere insieme in poche pagine molte più pagine e teorie, quasi tutte di altri. Non lasciatevi abbagliare da questo testo e non crediate dopo averlo letto di avere capito o di poterne trarre insegnamenti; la strada per la comprensione dei molti temi qui citati è complessa e passa di diverse centinaia di altre pagine di altri autori, meglio scritte, meglio argomentate e molto più serie.

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Conosci l'autore

Edmondo Berselli

1951, Campogalliano

È stato giornalista e scrittore italiano. Ha collaborato con i principali quotidiani e periodici italiani come «Il Messaggero», «La Stampa», «la Repubblica» e «L'Espresso»; è stato direttore della casa editrice il Mulino, dove ha poi diretto la rivista omonima. Ha pubblicato nel 1995 il volume L’Italia che non muore e un saggio sull’eccentricità, Il più mancino dei tiri, dedicato a Mario Corso, ripubblicato con una postfazione nel 2006. Tra i suoi libri vanno ricordati inoltre: Post italiani. Cronache di un paese provvisorio e Quel gran pezzo dell'Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe, entrambi per Mondadori (2004). Nel 2005 ha pubblicato...

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