Casi clinici. Vol. 3

Scabroso e pudico allo stesso tempo, superato ed attualissimo, il caso “clinico” di un’adolescente nella Vienna borghese, viene pubblicato i primi del ‘900. La soggettività di un femminile in formazione tra tenerezza filiale ed eros adulto, tra infanzia e maturità, espressa in sintomi che oggi chiameremmo psicosomatici. Un adulterio nella borghesia viennese dell’epoca ed un sordido, tacito accordo sullo sfondo, un geniale ed ambizioso medico “psicologo” impegnato a convalidare la sua teoria ed a rivoluzionare la concezione dell'Uomo occidentale e del suo preteso libero arbitrio. Un Sigmund Freud clinico, e teorico, in stato di grazia, cesella concetti quali la sovradeterminazione del sintomo, il capovolgimento degli affetti, la compiacenza somatica, lo spostamento come meccanismo di funzionamento della mente, e poi ancora il tornaconto secondario della malattia. Un medico capace di ascoltare la sua giovane paziente che narra la sua malattia con “intenzione simbolizzante”. La sua fecondità teorica consegna in eredità alla psicologia clinica, ed a tutta la cultura del ‘900, dal cinema alla letteratura, la possibilità di pensare un mondo interno del soggetto animato da forze contraddittorie e oscure, solo in parte accessibile al soggetto stesso. Divisivo ed ancora capace di far pensare ed emozionare il lettore contemporaneo a più di centodieci anni dalla sua pubblicazione. Un autentico classico della psicoanalisi, consegnatoci direttamente dal suo fondatore.