Piramide. Le inchieste del commissario Wallander. Vol. 9

Il volume raccoglie le prime cinque indagini di Kurt Wallander, ma è il nono dedicato da Mankell al suo poliziotto. L’autore svedese in questo prequel descrive la famiglia di Kurt, la sua scelta di entrare in polizia contro il parere del padre, l’incontro con la moglie Mona e il progressivo allontanamento da lei, nonostante la presenza della figlia Linda. Si disegna il carattere di Wallander: ama investigare più che agire; come il suo capo e mentore a Malmö, Hemberg, non riesce a dimenticare un caso irrisolto, a lasciare in ufficio il lavoro. Ci sarà poi il trasferimento nella cittadina di Ystadt, x stare vicino alla moglie e alla figlia. I casi occorrono ad alcuni anni di distanza, e presentano l’evoluzione del pensiero e della carriera di Kurt, dall’irruenza giovanile alla maturità distaccata da commissario. Sullo sfondo c’è la nuova realtà della Svezia, che da pacifico paradiso nordico diviene una nazione alle prese con la criminalità come gli altri paesi europei. Le storie non sono molto appassionanti, ma lo stile è scorrevole. In “Il primo caso di Wallander” nel 1969 Kurt, ventuno anni, indaga sul suicidio di un vicino di casa e l’assassinio di una donna. La sua inesperienza e ambizione lo inducono a un errore che potrebbe essergli fatale. “La spaccatura” si svolge a Natale del 1975, a Malmö. Kurt scopre un’anziana negoziante uccisa. Il rapinatore è un ragazzo di colore. E’ una storia sul dramma dell’immigrazione, poco convincente e scontata. “L’uomo sulla spiaggia” è ambientato nel 1987 a Ystad: un uomo è morto avvelenato durante un tragitto in taxi. Sulla spiaggia deve avere incontrato il suo assassino. E’ uno psicodramma che di giallo ha ben poco. In “Morte di un fotografo” Simon Lamberg è ucciso nel suo negozio. E’ un dramma familiare poco coinvolgente in cui s’intrecciano religione e follia. “Piramide” 2/5, il racconto più lungo, è una storia di droga e di vendetta. L’episodio del padre di Kurt in Egitto è surreale. Lentissimo, noioso e deludente.

Mankell come sempre, affascina e tiene incollati al libro. Lettura letteralmente divorata

Un ottimo libro. L'ultimo della serie del Commissario Wallander , ma che in un certo modo, ne riepiloga la carriera. Dagli inzi poco più che ventenne, fino a ricongiungersi al Wallander, già 42enne del primo libro della serie. Personaggio simpatico atipico rispetto agli stereotipi degli agenti anglosassoni, sempre pieni di belle donne, di lussuose auto, frequentatori di eleganti ristoranti. Wallander è l'opposto di tutto ciò. Grande intelligenza, ma altrettanta "sfiga". Sempre in lotta con la scarsità dello stipendio, con donne scialbe, con un padre rompipalle, con hamburgher,polpette fredde e wurstel bruciacchiati, però un grande e affascinante personaggio!