In villa

William Somerset Maugham riesce a tenere il lettore incollato alle pagine grazie ad uno stile elegante e accattivante. "In villa" è un libricino di poco più cento pagine e il racconto ruota intorno ad una donna bellissima, due corteggiatori molto diversi fra loro e uno scabroso fatto di sangue. Una piccola gemma letteraria da consigliare a chi cerca una lettura piacevole.

Uno degli aspetti che più mi ha colpito, giunta alla fine, è che la relativa brevità di questo romanzo (o racconto lungo?) è perfetta per contenere tutto ciò che Maugham vuole esprimere, sia in merito alla costruzione della vicenda, sia, soprattutto, in merito alla psicologia dei personaggi. Un piccolo ma sofisticato marchingegno ad alta densità di suggestioni, di ricerca psicologica, di tensione e di velata ironia, di eleganza stilistica. In poche pagine, la penna di M. disegna ombre e luci di tutti i personaggi rendendoli estremamente credibili, come tridimensionali, acuti – ma anche frivoli e spregevoli - in una successione di situazioni e interazioni che si sviluppano tra vacuità, dramma e grottesco. Forse solo un “intermezzo rilassante” nell’intenzione dell’autore, ma ottimamente riuscito.

Prendi un gruppo di inglesi di genere vario: falsi poveri, aristocratici più o meno decaduti, nobili più nel lignaggio che nell’anima, ricchi sfaccendati e piazzali in una Firenze da cartolina dove si sprecano antiche ville, colline amene e trattorie sull’Arno: ecco servita una storia in cui i “cattivi” non nascondono le loro debolezze frivole e carnali dietro il dito del fasullo perbenismo borghese come invece fanno i “buoni”. Un breve romanzo percorso da una sottile vena noir dove un certo tipo di società è raccontata con il consueto tocco spietato e cinicamente ironico in puro stile Maugham; peccato solo per il finale per niente originale che già si intuisce dopo poche pagine.