Il ballo

"Il ballo" è uno dei più noti romanzi brevi di Irène Némirovsky, pubblicato per la prima volta nel 1929. La vicenda raccontata è quella di Antoinette, figlia dei signori Kampf, una coppia di origine ebraica ritrovatasi improvvisamente ricca per puro estro del destino. Antoinette è succube della madre, una donna anaffettiva, che non spreca occasione per urlarle contro qualche rimprovero, facendola sentire un essere inutile, una figlia non voluta, che ostacola il perseguimento della scalata sociale della famiglia. Infatti, con quest'unico obiettivo nella mente, Madame Kampf sta organizzando un grande ballo, al quale invitare tutta la Parigi che conta. E Antoinette vuol solo essere parte di questo grande evento! È un desiderio legittimo, a cui la madre si oppone, intimando alla ragazzina di rimanere al proprio posto, di non interferire con le questioni degli adulti. Ed è a questo punto che il lettore assiste all'inattesa vendetta e al rivelarsi improvviso di una ben celata ipocrisia. " Il ballo", per quanto si tratti di un breve testo, si rivela una lettura molto significativa. L'autrice mette da parte le note introduttive e catapulta immediatamente il lettore nei fatti narrati, lo mette subito in guardia dall'ira materna, lo rende partecipe dell'esaltazione per questa insperata ascesa sociale e lo accompagna fino al colpo di scena, utilizzando uno stile narrativo dal ritmo sostenuto con una tensione sempre crescente, degna dei migliori thriller. Il complesso rapporto madre-figlia è un tema caro all'autrice, che torna spesso nei suoi scritti. Non si tratta solo di mancanza di istinto materno, c'è molto di più: rancore, rivalità, non accettazione del tempo che inesorabilmente scorre. Un libro da leggere assolutamente, che descrive anche un contesto sociale complesso, nel quale è difficile farsi accettare, e che possiamo definire, senza alcun timore di ingannarsi, un piccolo gioiello nel panorama letterario del Novecento.

In questo romanzo, breve ma significativo, si intrecciano alla perfezione microstoria e macrostoria. La Nemirovski ironizza sugli scalatori sociali, la finta nobiltà, il successo di classe desiderato e rimpianto. Breve ma intenso.

Questo breve romanzo è un autentico capolavoro. Ancora una volta l'autrice si mostra abilissima nella descrizione dei personaggi che appaiono vivi ed autentici. La figura della protagonista, una ragazzetta rancorosa e ribelle, rimane nella memoria del lettore per la forza del proprio carattere quasi diabolico. Sullo sfondo, come accade spesso con questa meravigliosa autrice, c'è una Parigi che cambia per l'emergere di nuove classi sociali che, tuttavia, sembrano destinate a rimanere ai margini, snobbate da coloro che esse si sforzano di scimmiottare.