La nascita della tragedia

Un testo in cui iniziano a delinearsi quelli che saranno alcuni dei temi tipicamente nietzschiani, alcuni dei quali saranno anche "ribaltati". Il libro risente ancora tremendamente della influenza romantica, che lo rende abbastanza pesante in alcuni tratti, soprattutto nella parti finali, come anche autocriticato dallo stesso "Nietzsche futuro" nei "tentativi di autocritica" - che contribuiscono a rendere ancora più incisiva l'opera e a "orientare" la lettura. Ottima anche la prefazione inziale a mio avviso.

È sempre difficile, per chi non ci è troppo abituato, avvicinarsi a un filosofo e alla filosofia in sé. Nella sua ambiguità e nei suoi giochi, la letteratura si presta a ben altre immediatezze, talvolta veicolando anche concetti propri di altre discipline, come la Storia o, appunto, la Filosofia, troppo spesso ritenuta ostica da chi non le frequenta assiduamente, preferendo, a torto o a ragione, certe impalpabilità letterarie, cercando la distanza pure dalla logica e dalle scienze. La scrittura di Nietzsche è un magma incandescente: fluviale ed evocativa come lo spirito al quale egli si rifà, trovando un filo conduttore che parte dalla grecità e arriva alla cultura tedesca del suo tempo, passando per un pessimismo che permea la disillusa visione dell'età contemporanea. È l'opera prima di uno dei più grandi filosofi mai nati, dunque quella che darà il là a quello che sarà poi il pensiero nietzschiano. Tutto, insomma, parte da qui.