Autobiografia

Faulkner diceva che Mark Twain era il più autorevole romanziere Ameriano, e onestamente non mi trova d'accordo! Penso che lui ( Faulkner) sia di gran lunga più talentuoso, ma anche Hemingway considerava Huckleberry Finn il primo vero romanzo Americano. Mark Twain è un personaggio,lo è sempre stato, sin da bambino, perfido, capriccioso e costantemente in cerca di guai. Il titolo di questo libro del resto la dice lunga, testimonia la sua ironia, schiettezza e menefreghismo per le convenzioni, ostile a qualsiasi forma di disciplina. Mark Twain ci dice che la sua storia , la leggeremo ben oltre un secolo dalla sua morte, cosi facendo è evidente che quanto scritto conquista immediatamente una dose di libertà assoluta, e cosi è. E' un testo sofferto per Twain, ne compone diverse stesure, alcune parti sono pubblicate su riviste, poi censurate dallo stesso autore, finché ormai piuttosto anziano, inizia la stesura della versione definitiva (questa) dettandola, a voce ad una segretaria a cui succederanno altri impiegati assunti appositamente. Twain decide cosa farci sapere, si svela poco alla volta, occorre quasi raggiungere la metà del volume per assaporare qualche notizia sulla sua vita privata, i primi capitoli risentono troppo della sua formazione giornalistica e sembrano più articoli di cronaca. Mi sono piaciuti i passi sulle figlie, l'affiorare di un padre amoroso, disarmato di fronte alle sue piccole, imprigionato dall'affetto. Secondo me non è il più grande esponente della letteratura Americana del 900, ma è senza dubbio una figura a metà tra l'America e l'oceano europeo, forse perché di tutti i suoi colleghi è proprio il meno Americano!

è un libro appassionante che emoziona, commuove, diverte e fa riflettere. è un libro che si vorrebbe non finisse mai e si chiude di malavoglia dopo l'ultima pagina. è un libro che fa desiderare di poter avere l'autore ancora vivo, fra noi, per continuare a sentir parlare la sua grande anima piena di compassione per il nostro spesso doloroso destino di esseri umani.