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Fondata sul lavoro. La solitudine dell'articolo 1
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Fondata sul lavoro. La solitudine dell'articolo 1 - Gustavo Zagrebelsky - ebook
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Descrizione


Il costituzionalismo ottocentesco, come dottrina politica nasce con un marchio classista che l'oppone alla democrazia. Ma basta aprire la nostra Costituzione all'articolo 1 per vedere quanto lungo sia stato il cammino che da allora è stato compiuto: «L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro». A questo ha condotto l'ascesa delle masse popolari, cioè del mondo del lavoro, alla vita politica e l'accesso alle istituzioni. In una parola, c'è stata la diffusione della democrazia, sia nella sua dimensione politica che in quella sociale. Il riconoscimento del lavoro come fondamento della res publica, cioè della cosa o della casa comune, significa compimento di un processo storico d'inclusione nella piena cittadinanza. L'articolo 3 della Costituzione è uno svolgimento dell'articolo 1: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono [...] la effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». È bene tenerlo a mente, nel momento in cui azioni diverse compromettono il significato costituzionale del lavoro, e al tempo stesso, la dignità del lavoratore.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
69 p.
Reflowable
9788858408438

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Andrea Giostra
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La democrazia, sopra ogni cosa, ha come ideale la libertà che ceduta al bene comune, ossia ai sani principi della società democratica, produce libertà per tutti. La libertà è la possibilità di ogni cittadino di partecipare alla vita politica attiva. Se non c'è libertà, non c'è democrazia. Ma cos'è la libertà? Cos'è la democrazia. Cos'è la partecipazione alla politica attiva? Cosa c'entra la libertà con il lavoro? Perché la nostra Costituzione è fondata sul lavoro? Sono queste le domande alle quali Zagrebelsky cerca di rispondere prendendo spunto dall'articolo 1 della nostra Costituzione. Il fondamento della vita politica di una degna democrazia è il lavoro. La politica di uno stato democratico che vuole definirsi tale, deve essere necessariamente e prioritariamente finalizzata alla creazione di lavoro. L'economia di un paese democratico, pertanto, è quell'economia che nasce da una politica economica che ha quale unico e irrinunciabile obiettivo il lavoro. Se invece, come accade in quasi tutti i paesi occidentali che pretendono di definirsi democratici, l'economia diviene una forza che influenza negativamente le scelte della politica economica riducendo le opportunità di lavoro ai propri cittadini, allora vuol dire che quel paese non è un paese democratico, bensì un paese casta-cratico, ovvero, un paese oligarchico. La nostra Costituzione pone a suo fondamento il lavoro. Se la politica del nostro paese non è stata in grado di creare lavoro per tutti i suoi cittadini, vuol dire che quella politica ha tradito la Costituzione italiana. E' quello che in questo breve ma intenso ed incisivo saggio Zagrebelsky vuole dire al lettore: senza lavoro non c'è libertà. Senza lavoro non c'è democrazia. Senza lavoro c'è oligarchia, ovvero, un governo imposto da un gruppo ristretto di persone: la casta.

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Andrea Giostra
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La democrazia, sopra ogni cosa, ha come ideale la libertà che ceduta al bene comune, ossia ai sani principi della società democratica, produce libertà per tutti. La libertà è la possibilità di ogni cittadino di partecipare alla vita politica attiva. Se non c'è libertà, non c'è democrazia. Ma cos'è la libertà? Cos'è la democrazia. Cos'è la partecipazione alla politica attiva? Cosa c'entra la libertà con il lavoro? Perché la nostra Costituzione è fondata sul lavoro? Sono queste le domande alle quali Zagrebelsky cerca di rispondere prendendo spunto dall'articolo 1 della nostra Costituzione. Il fondamento della vita politica di una degna democrazia è il lavoro. La politica di uno stato democratico che vuole definirsi tale, deve essere necessariamente ed prioritariamente finalizzata alla creazione di lavoro. L'economia di un paese democratico, pertanto, è quell'economia che nasce da una politica economica che ha quale unico e irrinunciabile obiettivo il lavoro. Se invece, come accade in quasi tutti i paesi occidentali che pretendono di definirsi democratici, l'economia diviene una forza che influenze negativamente le scelte della politica economica riducendo le opportunità di lavoro ai propri cittadini, allora vuol dire che quel paese non è un paese democratico, bensì un paese casta-cratico, ovvero un paese oligarchico. La nostra Costituzione pone a suo fondamento il lavoro. Se la politica del nostro paese non è stata in grado di creare lavoro per tutti i suoi cittadini, vuol dire che quella politica ha tradito la Costituzione italiana. E' quello che in questo breve ma incisivo saggio Zagrebelsky vuole dire al lettore: senza lavoro non c'è libertà. Senza lavoro non c'è democrazia. Senza lavoro c'è oligarchia. L'articolo 1 della nostra costituzione è stato e continua ad essere calpestato dall'attuale politica dominante, che è succube e sottomessa alla politica economia delle oligarchie internazionali che non hanno certamente come obiettivo prioritario il lavoro.

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Gustavo Zagrebelsky

1943, San Germano Chisone

Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte costituzionale, è professore emerito dell’Università di Torino; insegna anche all'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Èmembro dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia nazionale dei Lincei. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Principi e voti (Einaudi 2005); Imparare democrazia (Einaudi 2007); La legge e la sua giustizia (Il Mulino 2009); La leggenda del Grande Inquisitore (a cura di G. Caramore, Morcelliana 2009); Intorno alla legge. Il diritto come dimensione del vivere comune (Einaudi 2009); Il grande inquisitore. Il segreto del potere (Editoriale Scientifica 2009); Sulla lingua del tempo presente (Einaudi 2010); L’esercizio della democrazia (con...

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