L' altro inizio

Bellissimo

A mio avviso una conclusione non degna dei romanzi precedenti. Maddaddam riparte in quarta dal finale del suo predecessore, riaprendo vicende che si speravano concluse nell'anno del diluvio. Ma era davvero necessario riaprirle? A mio avviso, "l'altro inizio" poteva essere ridotto ad un paio di capitoli a conclusione dell'anno del diluvio. Non ho provato un particolare attaccamento al personaggio di Zeb nei libri precedenti da voler seguire la storia della sua vita. Temi che potevano fare da accompagnamento interessante, come l'evoluzione intellettiva dei maiali mutanti, o la gravidanza a seguito di uno stupro da parte di una coppia di criminali, sono stati sfruttati poco per lasciare il posto alla sequela di vicende che hanno portato i nostri personaggi dove si trovano. Non fosse che se ne parla già ampiamente nel secondo romanzo, e in un modo definitivamente più coinvolgente. A salvare il romanzo abbiamo la narrazione della Atwood, l'ironia di un mondo devastato e paradisiaco, il paradosso dei Crakers, creature perfette che i protagonisti temono di infettare con i dogmi del genere umano. L'altro inizio è la chiusura di una trilogia forzata, che manca il tiro nel seguire personaggi meno interessanti, dimenticando figure magistralmente ideate nei capitoli precedenti che vengono qui lasciate ad un finale inaspettato, ma non del tutto piacevole.

L'altro inizio è l'ultimo della trilogia sul diluvio senz'acqua. Io non sono ancora riuscita a leggermi il primo, ma tutti e tre i libri possono essere tranquillamente letti a sé stante poiché riprende la trama precedente spiegandoti i dettagli più importanti di quello che sta succedendo. Mi è piaciuto molto questo libro perché, pur trattando di una materia avveniristica che ad alcuni potrebbe non piacere, questa scrittrice scrive così bene, in modo coinvolgente e affascinante che si andrebbe avanti a leggere per ore.