Palm desert

Diciamo che Don Winslow con questo romanzetto si è voluto divertire, svolgendo con maestria una trama piuttosto insulsa, potabile solo perché scritta con brio e spirito. L’opera è senz’altro datata, con personaggi che oggi non avrebbero più appeal: i “cattivi” sono un tedesco che per appartenenza etnica ha i tratti del nazista, e come tale viene appellato, un incapace tirapiedi mediorientale che alla fine è pure simpatico, mentre i “buoni” prevedono una ex-soubrette che tresca con l’ottantasettenne che dovrebbe essere salvato dai suddetti cattivi e la fidanzata del protagonista che mentre tutti sono in pericolo di vita altro non trova da dire se non che le sue ovaie sono pronte alla fecondazione. Non manca nemmeno un romanzetto epistolare fra un avvocato e un’impiegata assicurativa che, dopo aver trattato professionalmente il caso che in questione, si sdilinquiscono in teneri P.S. Meno male che sono approdata a Palm desert dopo aver letto romanzi di Winslow di ben diversa levatura, altrimenti lo avrei immediatamente eliminato dalla lista dei leggibili.

Pubblicato nel 1996 e resuscitato nel 2018 da Einaudi. Ne valeva la pena? Al detective Neal Carey viene affidato un compito semplice: recarsi a Las Vegas, nel deserto del Nevada, per riportare a casa un vecchietto, Nathan Silver, scappato dalla sua abitazione a Palm Desert, in California, nella Coachella Valley, non lontano da Palm Springs. Sembrava facile, invece no: anzitutto Silver (di soli 87 anni) si rivela un impenitente logorroico e pure un donnaiolo; ed è solo l’inizio delle tribolazioni di Carey. Che continuano a iosa nel viaggio di ritorno a Palm Desert, dove Silver fa di tutto per far perdere le proprie tracce. Sì perché è stato testimone di un crimine e qualcuno lo vuole eliminare. Cosa non va in questo noir? Anzitutto la trama, ben debole. Le prime 56 pagine girano a vuoto, sono preliminari zeppi di banalità e di continue battute, piuttosto povere, del solito diabolico vecchietto. Come non bastasse, lo stesso Silver non demorde e vuole a tutti i costi rinverdire le sue erotiche (non eroiche!) imprese con una sua fiamma di gioventù, Hope White, forse tra i 40 e i 50 anni, ancora piacente. Per quanto sembri incredibile, la fiamma tra il vecchio Casanova-Silver e la White è ancora viva, il che è quanto meno assurdo (basta leggere Il Ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler per capire quanto questo “folle amore” sia ridicolo e sia stato inserito in questo noir solo per vellicare le fantasie erotiche del lettore). C’è ben altro: alla decima menzione di Lou Costello e delle sue terribili gag al lettore iniziano a ingigantirsi le intenzioni omicide nei confronti dell’autore. Il povero detective Carey, poi, è tratteggiato come uno sfigato, un povero cristo incapace non dico di gesta eroiche, ma perfino di affrontare i banali problemi quotidiani. Dubito che verrà assunto nell’Olimpo dei grandi investigatori creati da famosi autori. Sherlock Holmes, Sam Spade, Philip Marlowe, Miss Marple, Mike Hammer, Jules Maigret, where are you?

Sono un grande fan di Don Winslow ed ho tutti i suoi libri, questo è veramente una "marchetta" deludente. Attendo il prossimo sperando di ritrovare lo scrittore che amo.