Still Alice. Perdersi

Mia mamma ha la demenza senile da oltre dieci anni e mentre leggevo questo libro avevo lei e la nostra famiglia davanti agli occhi. Il comportamento di Alice non mi ha quindi sorpresa, mi ha semplicemente fatta tornare indietro nel tempo: stessi atteggiamenti, stesse reazioni, stesse allucinazioni...con la differenza che mia mamma è stata più fortunata perché è riuscita lucidamente a vedere nascere e crescere anche i suoi nipoti. Consiglio a tutti di leggere questo libro, soprattutto a chi non ha avuto in famiglia esperienze simili perché potrebbe capire un pochino di più cosa significhi perdere per sempre se stessi. La narrazione si ferma in un momento in cui non tutte le autonomie di Alice sono annientate. Mi piacerebbe molto che l'autrice scrivesse un altro libro, un libro in cui continuasse a descrivere Alice e la sua famiglia quando la discesa nel baratro diventa paurosa, quando ci vuole forza per guardare ogni giorno negli occhi per anni la persona che tanto ti ha amata e che non è più in grado di parlare, di muoversi, di deglutire, ma, per ironia del destino, ha un fisico perfettamente sano che non le permette di abbandonare la prigionia del suo corpo. "...lei non sa più chi sono io, ma io so perfettamente chi è lei..."

La valutazione alta e' data dal fatto che questo libro mi ha toccato molto. Perche' e' un tema che in qualche modo sento molto vicino in questo momento. Non solo e' interessante e utile leggere la malattia dell'Alzheimer dal punto di vista della persona malata, fa proprio male. Ma e' un punto di vista reale e presente allo stesso modo di quello delle persone che stanno intorno al malato. E' solo piu' difficile da capire, e da ricordare quando la fretta, la stanchezza o l'esasperazione prendono il sopravvento. Oltre a ciò, ho trovato che questo libro parli anche della "famiglia", la parte buona della famiglia.

Stupendo! Ho conosciuto una realtà di cui oggi si sente spesso parlare, ma il concetto di Alzahimer restava un termine nebuloso che definiva un'altrettanto nebulosa malattia che distrugge la memoria e pensi un semplice "mi dispiace", qui invece si entra nel vivo del processo di una mente che si spegne, nella consapevolezza di spegnersi, ed è terribile perchè si è portati a pensare che proprio perchè perdono la memoria queste persone non si rendono conto di quello che succede, invece la scrittrice medico neurologo e ricercatrice nell'ambito delle malattie neurovegetative, ha reso superbamente i pensieri e le emozioni di chi subisce la malattia, segno che lei non è solo un medico che diagnostica prescrive medicine e ne osserva il decorso, ma lo vive con le persone che cura. Ammirevole la sua sensibilità come medico donna e scrittrice per come ci fa partecipare alla vicenda, e ci insegna che chi vive questa malattia non perde comunque mai la capacità di amare. Consigliatissimo!