La spia che venne dal freddo

Un romanzo preso in mano quasi per caso che però presto si è rivelato un assoluto capolavoro (e io non sono tipo da usare questa parola alla leggera). Le Carré possiede un cinismo sadico che però sa di crudo realismo più che di vera malizia, accompagnato in maniera perfetta da uno stile asciutto, secco, che lascia molto o anche quasi tutto al non-detto e al sottinteso. In uno scatto di sincerità patologica, vi dirò che "La spia che venne dal freddo" mi ha fatto piangere come un bambino. Non vedo l'ora di leggere altro di suo.

Per entrare meglio nella atmosfera dell' ultimo libro del Maestro " The Legacy of spyes " - che sto leggendo con interesse - ho riletto questo celebre romanzo, scritto ed ambientato allo inizio dell 'uso del Muro di Berlino, in cui si ritrova una atmosfera autentica di quelli anni, una visione tetra ed estremamente realistica della etrema precarieta' delle esistenze di uomini e donne che hanno combattuto per la liberta' in quelle zone delicatissime e calde della guerra fredda. Sia per la atmosfera della Berlino di quei tempi, sia per i tratti caratteriali dei protagonisti della storia, sia per l' intreccio magistrale ed anche per la conclusione della vicenda, devo dire che la fama di questo libro è meritatissima, in questo momento per me' , forse il piu' bel libro di questo sommo autore inglese, superiore forse a tutti gli ottimi libri che ci ha regalato in 50 anni e piu'. Raccomandato a chi ama il realismo ed a chi leggendo ama sentire all' unisono con il testo, delle emozioni molto vere ed umane; un tuffo nel cuore della guerra fredda, nel posto ove essa si è acuita; credo che possa essere uno dei libri che identificano il 900'.

Vita da spia con tutto ciò che di prosaico, ripetitivo, noioso esiste, con sospetti e controlli da parte dei tuoi superiori....ma senza vera attività sotto copertura o in un paese straniero. Insomma, solo chiacchiere e noia. L'ho mollato a metà. Insolito per me.