Mondo senza fine

Credo che l'avrei apprezzato di più se non avessi commesso l'errore di leggerlo poco dopo I pilastri della terra, pensando che fosse la scelta migliore. Invece per la trama non è affatto necessario e, anzi, è consigliabile lasciar trascorrere del tempo tra l'uno e l'altro. Il motivo è che sono molto simili come impostazione, ma il qui presente seguito perde il confronto, se il ricordo del predecessore è ancora troppo vivo. Lo schematismo dei personaggi è persino più rigido e per alcuni di loro si può quasi osare una corrispondenza uno a uno fra le due opere. Confermo gli stessi difetti da sceneggiato televisivo che già mi avevano fatto storcere il naso la prima volta, in cui però erano compensati da una qualità superiore del racconto, una differenza di sostanza che si è fatta sentire. Metà libro si regge sulle scene pruriginose, talmente frequenti da far sembrare il resto un riempitivo fra un incontro e l'altro. Poi d'un tratto muta inaspettatamente. Nella seconda metà ho constatato con piacere come questi particolari fossero ridotti solo ad allusioni e finalmente la narrazione ne ha guadagnato. Pare uno scrittore diverso. Coinvolgente è il contesto della peste (la mente corre alla pandemia che stiamo vivendo), ma permane comunque l'impressione di un'aderenza storica altalenante, la cui incoerenza più evidente è forse quella sulla residenza papale, che in una frase viene detta a Roma anziché ad Avignone, notata anche da me che sono ignorante. Non saltate la prefazione, perché è utile a inquadrare lo scenario e, tra i vari aspetti, il riferimento al Gloria al Padre nel titolo originale inglese, che però nell'edizione italiana è andato perduto.

Il libro è il sequel de "I Pilastri della Terra" e lo richiama molto sia per l'ambientazione che per il periodo del medioevo. Non mancano gli intrighi con personaggi positivi ed ingegnosi ed altri ricchi e prepotenti. Il libro è interessante e, nonostante la mole di pagine, si legge molto velocemente perchè incalzante.

Da leggere, bellissimo