Il segreto del tredicesimo apostolo

E' un libro scritto con molta fantasia talvolta mescolata alla surrealtà. Due piani distanti duemila anni si muovono senza apparente fatica, anche se la narrazione è talvolta macchinosa e gratuitamente ridondante. L'impronta browniana è evidente ed è anche ben esposto un possibile diverso modo di ricostruire (fantasticamente) la passione di Gesù ed il ruolo dei suoi apostoli visti come personaggi dell'establishment politico piuttosto che come povere persone graziate dalla Scelta o Vocazione. La cosa stridente è rappresentata dalla comparsa, durante la passione di Gesù, di un personaggio nominato "Flavio Giuseppe" (credo sia chiara l'allusione a Giuseppe Flavio, storico del primo sec. d.C., che prese a chiamarsi "Flavio" quando si fece "adottare" dai Flavii, da Tito in particolare, dopo aver combattuto e perso tutte le battaglie contro i Romani). Stride ancor di più nella post-fazione dedicata ai ringraziamenti il profondersi in elogi ai curatori del libro che, almeno per una volta, si sono distratti.

Il peggior libro che abbia letto da parecchi anni a questa parte. Infarcito di idiozie e incongruenze, senza un minimo di tensione narrativa. Un commento su quanto scritto in copertina "Un grande thriller...". Sul grande ognuno può esprimere il suo giudizio, ma sul definirlo thriller non si può proprio essere in accordo, c'è più suspense e brivido nel manuale del telefono, con cui ho dovuto intervallare la lettura per riuscire ad arrivare alla fine del libro.

veramente una delusione totale