I dieci errori di Napoleone. Sconfitte, cadute e illusioni dell'uomo che voleva cambiare la storia

Uno dei tratti del genio, colui che ha la capacità di afferrare il senso degli avvenimenti che lo circondano prima e meglio degli altri, è di esser convinto di aver sempre ragione. Forse per questo motivo Napoleone commise, durante il suo impero, alcuni errori fatali che contribuirono alla fine della sua egemonia.
Da queste premesse parte lo studio del giornalista e accademico italiano Sergio Valzania, che con un progetto ambizioso individua dieci errori clamorosi di Napoleone che hanno determinato un diverso asse storico e a questi collega una serie di riflessioni, letture, confronti e scoperte personali.
Vissuto a ridosso di una cesura storica decisiva, Napoleone si lasciò tentare da progetti e ambizioni eterogenee: da una parte l’inserimento nel sistema delle dinastie monarchiche europee, dall’altro le istanze egualitarie introdotte dalla rivoluzione francese. Molto difficile riuscire a coniugare entrambe le cose, e ancor più difficile scegliere fra queste due, di conseguenza errori tattici e diplomatici, ma anche sbagli che ci restituiscono l’idea mitica di un uomo, un eroe, in lotta contro forze superiori.
L’autore, mosso dalla simpatia che la figura dell’imperatore suscita, si cimenta in uno studio dei suoi insuccessi, non con l’intento di criticarne l’operato, ma con il desiderio di far luce sulla sua umanità e sulla sua vicenda esistenziale. Del resto come sottolinea Valzania: «la ragione profonda per la quale si legge e si scrive di qualcuno è sempre il piacere di una visita ai suoi ricordi, alle sue memorie, ai suoi luoghi».
L’immagine di Napoleone sconfitto al termine del suo percorso storico, ci dà l’idea di un’esistenza tesa nello sforzo di cambiare il corso della storia, di spingerla fuori dai binari, di ottenere da essa il meglio che ci si possa aspettare. Individuare i dieci errori più gravi che Bonaparte ha commesso nella sua esperienza pubblica, è un’operazione di sicuro certosina perché consiste nel rimaneggiare il passato, mettersi sulle sue tracce e ricomporre i pezzi provando qualsiasi combinazione. Come sostiene Valzania: «fare storia è un lavoro senza fine, ma necessario. Noi siamo la nostra storia come ogni singolo uomo e ogni singola donna sono la loro memoria, i ricordi che li rendono unici e danno radici al complesso dei loro affetti». Ma la storia, come la memoria, è un punto di vista e se l’individuazione degli errori definisce quello dell’autore, le ragioni per cui questi errori sono stati fatti impongono di scavare nei documenti e fra le carte della storia e quindi presuppongono un’obiettività di fondo.
Napoleone, quest’uomo grandioso che ha costruito un impero grazie all’intelligenza strategica e militare, ha compiuto secondo l’autore dieci decisivi errori che hanno permesso di guardare la storia da una prospettiva diversa rispetto a quella tradizionale, ma che hanno avuto il merito di mettere in evidenza la natura umana dell’imperatore. Dalla battaglia di Trafalgar alla Campagna di Russia, dai 35 giorni a Mosca al rifiuto delle offerte di pace nel 1814, Valzania ricostruisce l'ascesa e la caduta del grande imperatore attraverso i suoi insuccessi, perché senza gli sbagli e le cadute il suo mito non sarebbe così grande, vivo e forte. Un testo agile e puntuale dal taglio storico, ma che per il suo carattere divulgativo si presta anche ad un pubblico di non specialisti. Sarà interessante ripercorrere insieme con l’autore la personale lista degli errori napoleonici, oppure, per chi non conosce bene la storia del grande condottiero, leggere questo libro fino alla fine e stabilire se l’elenco di Valzania è convincente o meno. A voi l’ardua sentenza.