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L'unico appunto che si può fare a questo remake è il fatto di essere un remake, unica vera tentazione commerciale della carriera di Haneke. Per il resto siamo di fronte ad un thriller asettico talmente reale da disturbare proprio perchè porta l'orrore nella quotidianità, l'orrore che sempre più spesso ascoltiamo nei tg, quello di ragazzi, magari di buona famiglia, che deviati dalle loro pulsioni si mettono a fare i killer. Anche il discorso finale di Pitt sul concetto di realtà/finzione sembra proprio richiamare questa sensazione che il film non stia facendo altro che raccontare in finzione ciò che è realtà (e la scelta di diluire i tempi con long take e piani sequenza sottolinea di nuovo questa volontà di far emergere il tempo del realismo). Watts e Roth grandiosi, Pitt maleficamente serafico, fotografia da oscar. Vero, lo avevamo già visto, ma anche questo è un gran bel vedere.
E' per un pubblico adulto, molto angosciante, molto lungo, dovuto a un genere di violenza soprattutto psicologica e poco sanguinaria. Il significato che il film vuole riportare è sicuramente sul dilagarsi della violenza cinematografica e il rapporto che c'è con chi la guarda. In alcuni momenti sembra che il televisore si sia bloccato, in realtà era il fermo immagine pensato proprio per aumentare l'ansia di chi sta ad osservare ciò che accade che può solo sentire. Sono le sensazioni che ho provato, lo consiglio solo a chi sa sopportare le situazioni di disagio estremo e da non vedere a mente lucida. Il 2 è dovuto solo all'idea di fondo, ma non al resto. Anche Tim Roth non ha negato il profondo disagio che ha avuto nei panni che gli sono stati assegnati.
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