Compositore. Inizialmente attivo a Bergamo, poi a Ferrara, si stabilì infine a Venezia, dove fu vicemaestro e poi maestro di cappella di San Marco. La sua fama si impose rapidamente a livello europeo, sia per la produzione operistica sia per quella strumentale e sacra. È considerato uno dei maggiori compositori del barocco veneziano, continuatore in campo teatrale della tradizione di Monteverdi e Cavalli. Notevoli, nelle sue opere (una ventina fra cui Totila, 1677, e Il Giustino, 1683), la varietà strutturale, la ricchezza di accenti drammatici, la vivezza della caratterizzazione dei personaggi, l'incisività e l'eleganza degli intensi archi melodici, la genialità del tratteggio umoristico (con uso anche di elementi ricavati dalla musica popolare). Compositore fecondo di musica sacra, L. contribuì validamente allo sviluppo dello stile chiesastico concertante per voci e strumenti. Del suo magistero polifonico, in questo campo, testimoniano composizioni come il Te Deum per la conquista di Patrasso (1687), la solenne Messa da requiem per Carlo Pallavicino (1688), la Missa quinque vocibus (1689). Di grande rilievo è anche la sua produzione strumentale; le Sonate a due o a tre op. 2 (1655), seguite l'anno successivo dalle Sonate da chiesa, da camera, correnti... a tre con basso continuo op 4, offrono per la prima volta un importante esempio dei due distinti generi: sonata da camera e sonata da chiesa.