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Recensioni Il pensiero selvaggio

Il pensiero selvaggio di Claude Lévi-Strauss
Recensioni: 5/5
"Pensiero selvaggio" è l'ossimoro, soltanto apparente, creato da Lévi-Strauss per indicare il vincolo che unisce la "società occidentale" alle popolazioni a lei più remote: è ciò che permette a un indiano americano di ritrovare una pista da indizi infinitesimali, a un nativo australiano di identificare le impronte su un sentiero, a un automobilista di muoversi con disinvoltura nel traffico metropolitano. Alla ricerca di universali capaci di accomunare ogni uomo in un'unica disposizione cognitiva, Lévi-Strauss individua una struttura, profonda e razionale, grazie alla quale tutte le società elaborano i propri miti e credenze, realizzano il radicamento territoriale e l'organizzazione sociale dei propri componenti, e sviluppano strumenti pratici e complesse tassonomie. La loro necessità, prettamente umana, è di trarre un ordine dal fluire indistinto del reale. Il Saggiatore ripropone oggi quest'opera capitale dello strutturalismo che, pur segnando un punto di svolta nel pensiero antropologico, ha saputo varcare i propri confini disciplinari intervenendo nel più ampio dibattito culturale del Novecento. A cominciare dal secco rifiuto di un universalismo astratto ed eurocentrico, evidente nella polemica contro "La critica della ragion dialettica" di Sartre, che, concepito al tramonto del colonialismo, non ha mai smesso di essere attuale.)
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