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Il sentimento della forma - Bruno Torri - copertina
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Il sentimento della forma - Bruno Torri - copertina

Dettagli

1998
1 settembre 1998
415 p.
9788883192166

Voce della critica


recensioni di Quaglia, M. L'Indice del 1999, n. 09

Nella collana "Cinema/Studio", diretta da Orio Caldiron, compare questo libro firmato da Bruno Torri - docente di storia e critica del cinema presso l'Università di Roma 2, "Tor Vergata", presidente del Sindacato nazionale Critici cinematografici italiani e direttore responsabile della rivista "Cinecritica". Si tratta della raccolta di una serie di saggi e note sul cinema che lo studioso ha scritto in un arco di tempo di oltre trent'anni, già singolarmente pubblicati in vari libri e riviste. L'autore li ripropone integralmente, limitandosi a poche correzioni formali, perché sostiene di condividere ancora, nella sostanza, l'atteggiamento critico e l'idea di cinema che li aveva animati.

Questi scritti muovono da posizioni critico-estetiche e da opzioni ideologico-politiche per affrontare le diverse questioni cinematografiche secondo una duplice, complementare, ottica. Da una parte, il cinema stesso, nel suo assetto globale e nei suoi singoli prodotti, deve essere visto e valutato come un linguaggio artistico dotato di una propria autonomia e come un apparato tecnico-industriale di notevole incidenza sociale. Dall'altra, ma contemporaneamente, il cinema deve essere visto e valutato come elemento della cultura nel suo insieme, come parte di un più ampio discorso ideologico-politico.

Torri organizza il volume in due sezioni, dal titolo Cinema e contesti e Film e autori. Nella prima si occupa di argomenti storico-teorici quali Adorno e il cinema, il film politico, l'underground, la censura del mercato, la rinascita di Hollywood, l'erotismo dell'immagine, il ruolo della critica cinematografica, il "nuovo cinema" che caratterizza le varie cinematografie nazionali (inclusa quella italiana), il rapporto tra cinema e violenza. Nella seconda vengono invece analizzati singoli film o gruppi di opere realizzate da alcuni tra i registi più importanti della storia del cinema come Godard, Buñuel, Welles, Visconti, Rosi, Fellini, Bertoluc-
ci, Bresson, Kluge, Rocha, i fratelli Taviani, De Sica, Zavattini e Ferreri.

Il suo approccio alla materia subisce la forte influenza delle esperienze vissute nel corso degli anni sessanta, un periodo particolarmente fecondo per chi allora iniziava a lavorare nel campo culturale. Il sentirsi parte del movimento del "nuovo cinema" ha ispirato infatti il suo modo di fare critica, portandolo a privilegiare nettamente i giudizi basati su criteri assiologici, ad accostare alla critica dei film la critica del cinema (dell'istituzione, dell'industria, della politica cinematografica) e a inquadrare entrambe nella critica della cultura. Sempre tenendo però presente quel "sentimento della forma" di pasoliniana memoria a cui fa riferimento il titolo.

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