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L'autore affronta il tema della metamorfosi del razzismo nell'epoca attuale. Da una visione biologica e "razziale", il neorazzismo si è rideclinato in termini identitari, antropologici e culturalistici. La "cultura" è divenuta una "seconda pelle" che inchioda gli individui alla loro "origine", come del resto faceva la dottrina "razziale". La logica razzista che tende a frantumare l'umanità in mille gruppi incomparabili e distantissimi è rimasta immutata. Il neorazzismo vede i migranti come minacciose presenza che inquinerebbero il territorio, l'identità e le tradizioni degli autoctoni. Così espellere, dividere, rimandare ai loro paesi è divenuta la parola chiave di movimenti politici razzisti quali la Lega Nord. Di questi giorni sono i respingimenti collettivi, si noti bene-collettivi- effettuati contro migranti che avrebbero avuto il diritto d'asilo, provenendo da paesi ove c'è guerra e tirannia politica. L'autore tende a smontare criticamente quella idea di cultura declinata secondo la logica della purezza, della omogeneità e della conservazione. Insomma il processo dei flussi culturali è dinamicamente aperto, storicamente mai concluso, non sempre coerente, quasi mai omogeneo e le connessioni interculturali sono la regola e non l'eccezione. La purezza identitaria, è per l'autore, una paranoia attivata da un mondo che è divenuto sempre più incomprensibile. Ma il rimedio può essere peggiore del male e il razzismo è il male da sconfiggere. Un ampio capitolo è dedicato alla Lega Nord e ai rituali e parole d'ordine propagandistiche che da sempre urla populisticamente essendo divenuta un'imprenditrice della paura. Altro ampio capitolo è dedicato ai pregiudizi ricorrenti, sistematicamente ricorrenti nei confronti dei migranti provenienti da paesi atradizione musulmana. Libro ricco di bibliografia e di informazioni e soprattutto utile per chi non vuole ragionare solo con la "testa" dei mass media e dei politici che spesso fanno propaganda sulla "pelle" dei migranti.
Recensioni
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Globalizzazione, neorazzismi, scontri culturali ed etichettamento dei migranti sono le coordinate essenziali attraverso cui l'Autore analizza quello che lui definisce il nuovo "razzismo senza razze", fondato sulla "cultura", l'"etnia" e la "tradizione", considerate a loro volta omogenee, immodificabili, pure o da ripulire da coloro che possono inquinarle o contaminarle.
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