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Nanà - Émile Zola - copertina
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Nanà

Descrizione


Nana Coupeau è fuggita dalla sua famiglia e dalla miseria. Diventata attrice, si diverte a umiliare i suoi spasimanti, primo fra tutti il conte Muffat che la mantiene principescamente. Incapace di amare altri che il suo bambino, avida di lusso e di piaceri, Nana finisce coll'essere abbandonata da Muffat e col rovinarsi economicamente. Morirà di vaiolo, mentre nelle strade echeggia l'annuncio della dichiarazione di guerra alla Prussia.
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Dettagli

2005
Tascabile
12 aprile 2005
544 p.
9788804545057

Valutazioni e recensioni

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Giacomo Bellini
Recensioni: 1/5

Per adesso l'unico romanzo di Zolà che non mi è piaciuto. Risulta pedante e fuori tempo il quadro dell'alta società che descrive. Nell'insieme noioso e ripetitivo. Nulla da condividere con veri capolavori come Germinal e La bestia umana.

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Matilde
Recensioni: 4/5

Geniale quadro della società di allora, quasi un monito per le classi dirigenti(che evidentemente non hanno ascoltato!!). Sono rimasta quasi scossa dalle pene del conte Muffat.. Chiedo a qualche lettore se ha capito il motivo per cui Vandeuvres va in rovina dopo il Gran Premio.

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Alessandro Basilico
Recensioni: 4/5

In quest'opera, Zola ribadisce anni di magistrale lavoro naturalista, l'analisi psicologica di alcuni personaggi maggiori, è dilatata nei minimi dettagli; partendo dalla protagonista Nanà, la cui bramosia viziosa, e la furente voglia di riscatto, sono magistralmente evidenziate dall'autore.Una considerazione a parte meritano i personaggi che fanno da corollario alla protagonista, con loro Zola vuole irridere parte della tradizione romantica ancora attiva alla fine dell'ottocento, basta leggere tra le righe (il dubbio suicidio di Vandeuvres) per captare i segnali di questa polemica neanche troppo velata.Da segnalare anche, che rispetto all'ammazzatoio la responsabilità diventa qui più individuale, la società nobiliare parigina, con le sue varie sfaccettature sembra pesare meno sulla capacità di giudizio e di scelta del singolo personaggio; quello che è messo in mostra non è l'azione distruttrice della società, ma del singolo individuo.Mi secca muovere una piccola critica ad un autore che apprezzo moltissimo: a mio modesto avviso, alcuni passaggi chiave del romanzo sono forzati, o meglio analizzati in maniera poco dettagliata, mi riferisco alla momentanea infatuazione di Nanà nei confronti del collega Fontan, messa in scena in maniera decisamente troppo repentina, insolita per un autore di solito così preciso e dettagliato nell'analizzare i comportamenti umani.

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Émile Zola

1840, Parigi

Scrittore francese. Rimase presto orfano e trascorse l'infanzia e la giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Prima di raggiungere il successo con i suoi romanzi, visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista, attività che non abbandonò mai del tutto. Considerato il caposcuola del naturalismo letterario, fu al centro di numerose polemiche artistiche, impegnandosi, tra l'altro, nella difesa di Manet e degli impressionisti ("I miei odii", 1866). Ma l'avvenimento più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Schieratosi con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta (J'accuse) pubblicata su "L'Aurore" (1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione,...

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