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Manifesto del libero pensiero - Paola Mastrocola,Luca Ricolfi - copertina
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Manifesto del libero pensiero

Descrizione

In un’epoca nella quale l’ideologia fondamentale del mondo progressista è divenuta il politicamente corretto, non stupisce che la censura di ogni espressione disallineata sia diventata una tentazione per la sinistra, e la lotta contro la censura una insperata occasione libertaria per la destra. Ma è un errore in entrambi i casi. Le idee e gli atteggiamenti che non ci piacciono si combattono con altre idee e modi di essere, non impedendo agli altri di esprimersi.


Chi ha paura della libertà d’espressione? Paola Mastrocola e Luca Ricolfi cercano la risposta a una domanda che si è insinuata pericolosamente nelle nostre vite. La censura autoritaria di un tempo si è trasformata in un follemente corretto che piega la lingua alle mode del momento, tra parole innocenti messe sotto accusa e surreali neologismi “inclusivi”, e in una cultura della cancellazione che rilegge il passato con lo sguardo di oggi. Così, nella giungla di internet e della gogna globale che ha bandito l’ironia e il dialogo, dilaga un clima inquisitorio e intimidatorio imposto da autoproclamati custodi del Bene. Mastrocola e Ricolfi lo raccontano, ne individuano le cause storiche e propongono rimedi, fino a comporre un vero e proprio manifesto per restituire la libertà alla parola oppressa dei nostri tempi.

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Dettagli

2022
31 marzo 2022
128 p., Brossura
9788834609699

Valutazioni e recensioni

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Egome
Recensioni: 4/5

Vari autori (Rampini, Veneziani, Ricolfi …), recentemente, hanno denunciato nei loro saggi il clima socio-politico-culturale che pervade la nostra nostra società, imponendo una ‘cappa’ opprimente che smorza e mortifica ogni tentativo di scostamento dal pensiero unico e il politically correct. In questo senso un’arma potente è rappresentata dal condizionamento verbale (‘ l’era della parola imprigionata’) , che mette al bando e sanziona parole che prima erano di uso corrente e non utilizzate in senso offensivo: negro oggi nero, cameriera oggi colf, cieco oggi non vedente, disabile oggi diversamente abile … Si potrebbe continuare. Questa è una ipocrisia verbale, che in realtà non aggiunge nulla in termini di rispetto e di aiuti socio-economici alle condizioni umane sopra-citate. La cosa preoccupante è che tutto ciò investe molti ambienti politici, culturali, giornalistici, sociali, scolastici. A ciò si aggiunge la delirante proposta di abolire – con una x o un * finale - i generi di aggettivi e sostantivi per non urtare la suscettibilità dei transgender e dei gender fluid, con la pretesa di ‘cambiare la lingua dall’alto in spregio al comune sentire delle persone’. In ultimo la revisione dei personaggi ed eventi del passato, rivisitati in base ai criteri di giudizio attuali ( ‘cancel culture’ ), condannando drasticamente e talora violentemente gli episodi del passato, non in linea con il ’sentiment’ moderno monopolizzato. Un allarme e una denuncia a difesa della libertà di espressione e del rispetto della pluralità delle idee in ogni campo.

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Marco
Recensioni: 5/5

Il volume inizia dalla critica al linguaggio “politicamente corretto” , per cui i ciechi in pubblico o scrivendo devono essere definiti non vedenti, mentre in privato vengono correttamente chiamati ciechi, come loro stessi si chiamano (esiste l’Istituto Italiano ciechi), viene segnalata, con esempi, l’estensione immotivata e talvolta assurda di tale concetto nel voler “proteggere” categorie che non hanno bisogno di essere “protette” (è successo per le galline…!). Una di tali estensioni ha portato a quelle che il libro cita nel capitolo “”i molestatori della lingua” come l’abolizione del neutro per indicare genericamente ambedue i sessi, con soluzioni che talora risultano ridicole. Il volume giustamente indica come “falso rispetto” quello fatto con l’utilizzo di parole “appropriate”, dato che il rispetto si deve fare con i fatti, non con le parole . Altre assurdità segnalate dal volume sono il “razzismo al contrario (per cui a raggiungere determinate posizioni devono essere i rappresentati di talune minoranze e non i più meritevoli in assoluto) e quella di “cancellare il passato”, quando le cose fatte in altri periodi non corrispondono più al corretto pensare di oggi, ma erano assolutamente corrette nel periodo in cui erano state fatte. Completato di appropriate citazioni letterarie, il volume, anche se non sempre del tutto condivisibile, si legge piacevolmente ed è assolutamente consigliabile.

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GiuGiu
Recensioni: 5/5
Un libro necessario

Sì, ce n'era bisogno. Sembra impossibile e sicuramente inimmaginabile fino a pchi anni fa, ma ora c'è bisogno di qualcuno che dica che il re è nudo, che il politically correct ha superato la barriera che divide l'etica dalla censura. Sia ben chiaro: in questo libro nessuno afferma che sia lecito esprimere ogni opinione su qualsivoglia tema senza un contraddittorio e che tutte le opinioni siano da mettere sullo stesso piano, ma semplicemente che si deve avere il diritto a esprimere tranquillamente anche il dissenso. E che da una società democratica è ciò che ci si aspetta. Ma anche che le briglie morali che si sono create sulla forma in cui questi pensieri devono essere espressi, rasentando spesso l'assurdo o il ridicolo, sono da rivedere. Chi si può ergere a detentore del Bene e del Giusto? Attenzione anche a chi lo fa per "mestiere" o per scelte politiche di comodo... ma questa è un'altra storia. Bravi Mastrocola e Ricolfi, portante avanti ancora le vostre tesi.

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Conosci l'autore

Paola Mastrocola

1956, Torino

Risiede a Torino. Laureata in lettere ha insegnato Letteratura italiana all'Università di Uppsala in Svezia, docente poi presso il liceo scientifico di Chieri (Torino). Fino al 1999 ha pubblicato poesie e saggi sulla letteratura del Trecento e Cinquecento. Ha inoltre pubblicato raccolte di poesie, La fucina di quale Dio, Genesi 1991, e Stupefatti, Caramanica 1999. Ha ripreso questa produzione letteraria nel 2010 con la raccolta La felicità del galleggiante (Guanda).Dal 2000, presso Guanda ha pubblicato alcuni romanzi, vincitori di numerosi premi letterari: Premio Italo Calvino per l'inedito 1999 per La gallina volante; Premio Selezione Campiello 2000 per La gallina volante; Premio Rapallo-Carige per la donna Scrittrice 2001 per La gallina volante; Finalista al premio Strega 2001...

Luca Ricolfi

1950, Torino

Luca Ricolfi (Torino, 1950), sociologo, insegna Analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato l’Osservatorio del Nord Ovest e la rivista di analisi elettorale Polena. Fra i suoi ultimi libri: Illusioni italiche (2010), Il sacco del Nord (2012), La sfida. Come destra e sinistra possono governare l’Italia (2013), L’enigma della crescita (2014), Sinistra e popolo (2017), La societa` signorile di massa (2019), Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza (2021) e La rivoluzione del merito (2023). Ha curato l’ultimo «Rapporto sul cambiamento sociale» dell’Osservatorio del Nord Ovest: Ostaggi dello Stato. Le origini politiche del declino e dell’insicurezza (Guerini 2008).

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