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Il volume raccoglie i contributi del convegno promosso a Firenze nel 2005 dal fiorentino Kunsthistorisches Institut e dall'Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. I curatori sono specialisti che presso le due istituzioni hanno approfondito gli studi intorno agli scambi fra culture europee a partire dal Rinascimento. Occasioni principali erano, come noto, i matrimoni che univano case regnanti e corti principesche, ed essenziale risultava il ruolo della sposa, la quale, trasferendosi, recava un corredo di artisti, opere, oggetti preziosi, usanze destinati a incidere nella vita culturale del paese di approdo. Nel 1533 le nozze del futuro Enrico II di Francia con Caterina de' Medici (pronipote di Lorenzo il Magnifico, nipote dei due pontefici medicei Leone X e Clemente VIII) segnano l'inizio di un'avventura che porterà l'italiana a reggere le sorti del regno dopo la morte del marito e i decessi successivi dei figli maschi Francesco II, Carlo IX, Enrico III. Tempi durissimi quelli attraversati, soprattutto per le guerre civili e religiose che insanguinano la Francia. Tanto più risalta allora, contro la leggenda dell'intrigante "fiorentina", la figura di questa regina promotrice di una politica culturale destinata a salvaguardare il prestigio del regno. Gli studi qui raccolti trattano i diversi aspetti degli interessi e interventi di Caterina nel campo delle arti e delle lettere, in ognuno dei quali l'eredità del mecenatismo mediceo e papale, trapiantata in suolo francese, alimenta un modello originale di corte destinato ad affermarsi nel secolo successivo, con la nipote Maria de' Medici sposa di Enrico IV di Borbone. Un posto notevolissimo hanno, in questa prospettiva, due campi che meglio esemplificano gli effetti di quel mecenatismo. Si tratta degli interventi urbanistici e architettonici (saggi di Sabine Frommel, Frommel, Capodieci) e la politica di feste e spettacoli promossi dalla regina sull'esempio delle feste e rappresentazioni presso le corti italiane e la Roma papale (saggi di Mamone, Boiteux, Canguilhem, Bardati). Architettura e arti dello spettacolo, nelle loro feconde interazioni, costituiscono la "scena" privilegiata per l'espressione del potere monarchico e la promozione culturale, da parte della "prima donna del Rinascimento che riesce a promuovere un mecenatismo artistico di ampio respiro e di così lunga durata" (dalla prefazione dei curatori).
Silvia Carandini
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