Lettere di una garibaldina

Ancora un altro libro che non ha nessun altro interesse se non quello (economico) di sfruttare le celebrazioni garibaldine. Ormai per la storiografia piú avveduta (e seria, aggiungerei) Garibaldi non è certamente piú l'eroe che veniva dipinto nel periodo risorgimentale. Ciò nonostante si continua da parte di alcuni settori della società a imporre un mito di un Garibaldi che non è mai esistito, il piú delle volte in spregio dei sentimenti delle popolazioni che il nostro "eroe" conquistò e dette in pasto alla feroce dinastia savoiarda. Come dimenticare i milioni di meridionali che dovettero lasciare il proprio paese - dopo una guerra civile durata un decennio - proprio in conseguenza delle imprese di tale personaggio. Il libro però mette bene in evidenza il fanatismo acritico (ma c'è mai stato un fanatismo critico?) che circondò per tanto tempo Garibaldi, e che tuttora ne circonda il mito. L'Italia, e la storiografia italiana purtroppo ancora deve affrontare in maniera critica diversi aspetti della storia italiana, quali il risorgimento, e il colonialismo, tra le altre cose. Insomma un libro che non aggiunge niente di nuovo, ma se si è interessati ai melensi toni ottocenteschi e alla negazione della verità storica, allora un libro da leggere...