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L'amico speciale - Luca Guardabascio - copertina
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amico speciale

Descrizione


L'amicizia tra due ragazzi destinati a diventare adulti troppo presto, tra vicoli, strade e palazzi di una Palermo buia e violenta.

Tra i bambini della Tonnara, un quartiere povero di Palermo, Saro spicca per la sua intelligenza. Ha solo dieci anni ma sogna in grande: vuole fare il carabiniere come suo zio Mario, nonostante l'odio che il padre nutre per quell'uomo e per la divisa che indossa. Il migliore amico di Saro, Carmelo, detto 'u Cinese, è un tredicenne affetto da sindrome di Down, che vive in una povera casa insieme alla nonna. I loro giorni trascorrono in strada, tra giochi sotto il sole, le angherie dei ragazzi più grandi e piccoli furti, quando la fame si fa sentire. Finché una sera tutto cambia. In fuga da casa insieme con Carmelo, dopo aver assistito a una scena che lo ha sconvolto, Saro attraversa Palermo in un viaggio che dura una notte. Una notte costellata di incontri con chi inizia a vivere quando cala il buio: un professore costretto a lavori umilianti per pagare i suoi strozzini, una vecchia signora che ormai vive di fronte alle slot machine, una prostituta sola e sfruttata ma capace di regalare affetto ai due ragazzini. E mentre il quartiere si desta, preoccupato per la loro scomparsa, e ribolle per vecchi dissidi esplosi tra i suoi abitanti, Saro e Carmelo si trovano ad affrontare un evento più grande di loro. Una fuga iniziata anche per gioco può avere un epilogo tragico. In una Palermo affascinante e contraddittoria, in cui si stagliano personaggi violenti ma anche figure profondamente umane, la storia di un'amicizia intensa, capace dei gesti più eroici.

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Dettagli

3.0
2019
4 luglio 2019
314 p., Brossura
9788822729576

Valutazioni e recensioni

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Giò
Recensioni: 4/5

Una storia avvincente, semplice, colorata, perché fatta di purezza: la purezza di due amici solidali e veri che nella Palermo povera, cercano almeno per una notte, di far avverare i loro sogni. Saro "Napulione" e Carmelo "Il Cinese" conquistano con il loro coraggio, la loro astuzia, la loro ingenuità, perché è vero che alla Tonnara si cresce in fretta ma restano pur sempre dei bambini. Complimenti all'autore, non credevo che il libro mi prendesse così tanto!

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Raffaella
Recensioni: 5/5

Inizio col dire che "L'amico speciale" ha convertito addirittura mia nonna, una ottantenne con qualche diottria in meno, a leggere...e credo che già questo basti ma aggiungo che Luca ha saputo impastare qui la realtà sicula insieme ad una trama avvincente. C'è storia, c'è suspense, si ride e si trattiene il fiato fino all'ultimo capoverso, l'autore ha avuto la capacità di creare un'unica lingua dove l'italiano sposa il siciliano, una grande visione del mondo, quella degli ultimi, quella dei primi, quella di due bambini, Saro che vorrebbe fare il poliziotto ma troppo presto il mondo gli presenta il conto e Carmelo, un ragazzino con la sindrome di down che ci apre la finestra del suo universo, un universo nel quale la letteratura poche volte si è fatta strada. Tra i vicoli di una Palermo tutta da scoprire, che non è il capoluogo turistico da cartolina alla quale siamo abituati, due bambini diventeranno uomini. L'autore ci offre la guida turistica dei sentimenti umani, delle classi sociali, una lente di ingrandimento su un mondo troppo spesso dimenticato.

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Andrea
Recensioni: 5/5

Avvincente. Ho apprezzato molto la scrittura e lo sviluppo del racconto,i suoi personaggi e il contesto in cui la storia si sviluppa. Un romanzo da leggere e un autore da seguire

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Voce della critica

Puoi essere speciale, anche se non sei geniale. Anzi, proprio perché non lo sei. È la “lezione” di Luca Guardabascio, regista e scrittore, che pubblica con la casa editrice Newton Compton la sua risposta a Elena Ferrante – chiunque si nasconda dietro questo fortunato pseudonimo – intitolandola, non a caso, L’amico speciale (320 pagine, 9,90 euro, 4,99 euro in ebook). In effetti, però, questo romanzo ha in comune con L’amica geniale il solo, poverissimo, contesto sociale nel quale gli autori scavano per dare forma scultorea ai loro personaggi.

Le ormai celebri Lila e Lenù si muovono tra i “bassi” di Napoli, ma la loro è una sofferta storia di riscatto e successo. Sia pure a metà. Carmelo “il Cinese” e Saro “Napulione” sono, invece, bambini della Tonnara di Palermo nel cui destino non è scritto neppure un attimo di illusorio incontro con la felicità. Fuggire, tentare di sottrarsi alla sorte, è una prova fatale. Perché loro sono vinti. E come i protagonisti del ciclo di Giovanni Verga sono dominati dall’oscuro, avvilente, «ideale dell’ostrica» che lo scrittore di Vizzini nella sua novella Fantasticheria descriveva così: «Allorquando uno di quei piccoli, o più debole, o più incauto, o più egoista degli altri, volle staccarsi dai suoi per vaghezza dell’ignoto, o per brama di meglio, o per curiosità di conoscere il mondo; il mondo, da pesce vorace com’è, se lo ingoiò, e i suoi più prossimi con lui.»

Per i due figli della Tonnara non serve una quadrilogia. La tragedia si consuma in un libro. A darle un senso “speciale” nelle ultime pagine dell’opera è Carmelo che è un «angelo caduto dal cielo», affetto da sindrome di Down. Tra lui e Saro, una disperata solidarietà che nasce da valori ancora incontaminati e che li spinge, per necessità, lontano dallo «scoglio» del rione. Guardabascio, descrivendo lo zigzagare dei due ragazzini, racconta voci e luoghi, suoni, colori e volti di Palermo. Come se la Dublino di Joyce e del suo Ulisse avesse traslocato in Sicilia.

Luca Guardabascio è campano, di Polla in provincia di Salerno. Ma per il suo libro ha scelto Palermo: «È una città che mi ha fatto venire veramente la sindrome di Stendhal, già la prima volta che ci sono stato. Era il 2000, avevo 24 anni e vi realizzai un documentario. Era un progetto di scambio culturale tra palermitani, palestinesi e molti popoli del Mediterraneo. Mi stupì subito la capacità di integrazione, ma anche il rapporto tra giovani e anziani. Una città cordiale e allo stesso tempo schiva, piena di contrasti. Passeggiando da un borgo a un altro, da un vicolo a un altro, ogni occasione era buona per fermarmi a riprendere e soprattutto a riflettere». «Sono tornato più volte a Palermo – aggiunge lo scrittore – e nel 2006 a piazza delle Galline (piazza Mormino, ndr) scoprii il quartiere dell’Arenella. Notai alcuni ragazzi giocare e da lì nacque l’idea di raccontare una storia di giovanissimi che dalla Tonnara fanno un viaggio in una Palermo per loro sconosciuta. Io parlavo con loro di Palermo e loro quasi non l’avevano mai vista. In tutti questi anni, ho lavorato al libro. Ho dovuto studiare il dialetto e sono andato più volte a sciacquare i panni nell’Oreto, il fiume sporchissimo della città. Così volevo rendere verista questa storia, con un approccio verghiano e alcuni personaggi alla Rosso Malpelo. Dal verismo, comunque, mi sono discostato per passare a un realismo magico. Ad ogni modo, di Palermo mi sono innamorato e ho cercato di studiarla per rendermene anch’io parte integrante. Ancora oggi ci torno e per me è casa.»

Recensione di Gerardo Marrone

 

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