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C'era una volta la mafia. La storia mai raccontata della mafia americana
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C'era una volta la mafia. La storia mai raccontata della mafia americana - Mike Dash - copertina
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C'era una volta la mafia. La storia mai raccontata della mafia americana

Descrizione



Una storia vera che sembra un film. La storia mai raccontata del primo boss della mafia americana. Come è iniziata l’ascesa della mafia in America?

"C'era una volta Cosa Nostra" racconta le vicende di Giuseppe Morello (Corleone 1867New York 1930), il primo boss dei boss degli Stati Uniti soprannominato "L'artiglio" a causa della sua mano deforme - e l'ascesa al potere della sua spietata famiglia. L'autore segue passo passo i crimini e le attività illecite perpetrati da lui e dai suoi uomini d'onore: inizia con la cronaca dell'efferato "omicidio del barile" sul quale indaga Joe Petrosino, per proseguire con la conquista di New York da parte della Prima Famiglia, grazie all'alleanza con il boss Ignazio Lupo di Little Italy, e la nascita della "Mano nera", il temuto racket dell'estorsione; ci svela i bizzarri rituali di iniziazione e gli ingegnosi sistemi di protezione della congrega malavitosa, e ci fa ascoltare la voce di William Flynn, capo dei Servizi segreti statunitensi a New York. Il racconto si chiude con il brutale assassinio del grande boss, avvenuto nel 1930, nel corso della sanguinosa guerra castellammarese.
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Dettagli

2016
5 maggio 2016
331 p., ill. , Rilegato
9788854190900

Voce della critica

«C’era una volta la mafia non e’ un rimaneggiamento delle ricostruzioni superficiali, imprecise o inventate che forse avete gia’ letto. Questo libro racconta come andarono realmente le cose” (p. 9)

Fine ‘800. New York e Sicilia.

Mike Dash racconta la nascita delle organizzazioni mafiose in terra americana, in concomitanza con gli esodi degli italiani del sud a causa delle durissime condizioni di vita. La mafia viene esportata come i suoi affiliati, rigorosamente siciliani, in fuga dai reati commessi in patria.

E se le condizioni di vita di alcuni emigranti possono inizialmente impietosire, date le condizioni disumane di vita e lavoro e il loro tentativo di sopravvivere grazie ad un ‘lavoro onesto’, ben presto le reali aspirazioni e la natura delle persone si svelano, e il ‘sistema siciliano’ viene applicato oltremare, sfruttando i poveri emigranti concittadini che non hanno via d’uscita. Intimidazioni, estorsioni, rapimenti e ogni tipo di violenza creano a New York l’ambiente ottimale per l’ascesa di colui che viene considerato il primo capo della mafia americana: Giuseppe Morello, detto l’Artiglio.

“Non si poteva quasi andare in giro senza beccarsi una pallottola. Ricordo che mio padre doveva pagare un dollaro alla settimana per la ‘protezione’, altrimenti gli avrebbero fatto a pezzi il carretto” (p. 155)

La famiglia Morello e le storie della nascita della mafia americana scorrono tra le pagine come un avvincente romanzo giallo. Assassini, famiglie rivali, poliziotti eroi lasciano nel lettore una vivida immagine di quelli che devono essere stati anni bui per l’America che si affacciava alla guerra. I cambiamenti portati dalla guerra, la crisi economica e la ricrescita dopo il periodo bellico, con gli anni del protezionismo, fanno da sfondo alle storie delle famiglie mafiose e alle lotte interne in una America di orrori e opportunità, di assassini e poliziotti.

“William Flynn, senza i cui sforzi non conosceremmo praticamente nulla sui primi anni della mafia americana, non ha monumenti che lo ricordino a New York ne’ altrove. Le sue ossa riposano a Valhalla, poco a nord della città, in una tomba di famiglia che ormai nessuno visita quasi più..” (p. 302)

L’opera di Mike Dash e’ magistrale: piacevole come un racconto giallo, precisa come un trattato storico. Le pagine scorrono senza sforzo, nascondendo un impressionante lavoro di ricerca della verità, svelato solo dalle note alla fine dei capitoli. Coinvolgente e istruttivo, il libro racconta molto del vero legame tra America e Italia, delle condizioni di vita degli emigranti e della vita al sud del ‘Bel Paese’. Ma, soprattutto, spiega in modo chiaro e lucido i meccanismi culturali e ambientali che hanno permesso al cancro più grande del popolo italiano di nascere e diffondersi, raggiungendo persino la terra della nuova speranza. Un libro che va letto: per capire il passato e affrontare in modo diverso il futuro.

Recensione di Stefania Scarano

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