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Caro Papa, ti scrivo - Piergiorgio Odifreddi - copertina
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Caro Papa, ti scrivo

Descrizione


Nell'autunno del 1959 Piergiorgio Odifreddi varcò la soglia del Seminario di Cuneo. La sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di Piazza San Pietro la folla estasiata. Ma presto imparò che "il cammino che porta al soglio pontificio è più accidentato e tortuoso di quanto un bambino avesse ingenuamente potuto immaginare". E, soprattutto, che "per poter un giorno comandare bisognava iniziare subito a obbedire" e a essere rispettosi: cosa che già allora non gli piaceva particolarmente. Cinquant'anni dopo, il matematico impertinente ricorda quei tempi e, contenendo per una volta il suo abituale tono urticante e provocatorio, scrive con grande rispetto e sincerità a chi papa lo è diventato per davvero. Anche se, da scienziato, non abiura al dovere intellettuale di rimanere saldamente ancorato ai fatti della realtà fisica, storica e biologica. Ed è dunque costretto a confutare punto per punto il teologo Joseph Ratzinger, che crede invece in ciò che va "oltre" la realtà e sconfina nella metafisica, nella metastoria e nella metabiologia. In questa lettera si confrontano così due metodi, due atteggiamenti, due visioni del mondo. Da un lato il "comprendere per credere", che accetta prudentemente di dar credito soltanto a ciò che si capisce e si conosce. E dall'altro il "credere per comprendere", che si azzarda a scommettere su ciò che ancora non si capisce o non si conosce, nella speranza che tutto poi si chiarificherà o giustificherà.
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Dettagli

2011
13 maggio 2011
196 p., Brossura
9788804610076

Valutazioni e recensioni

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S.1971
Recensioni: 3/5

Anche in questo libro Odifreddi usa il suo tipico stile per analogia/assurdo, a cominciare da una pseudo-lettera che diventa da subito un finto-dialogo. Piacevole nella lettura, ma non sempre immediato da seguire negli estemporanei collegamenti filosofici, per un non-esperto quale io sono. Molte delle argomentazioni sono taglienti e precise, alcune divagazioni sembrano invece del tutto superflue. Chiaro, onesto e lucido il "manifesto" intellettuale che occupa il penultimo capitolo del testo. Qua e là emergono piccole perle, soprattutto grazie alla critica documentale e alle ben selezionate citazioni degli scritti di Ratzinger e di altri. L'attuale papa ha una fama - probabilmente meritata - di imperterrito conservatore; se ne può tuttavia apprezzare lo sforzo di onestà intellettuale, nei molti momenti in cui pure lui argomenta "per assurdo". Suo malgrado, talvolta finisce per spiegare in modo più convincente le osservazioni dei suoi oppositori atei o agnostici che non le proprie asserzioni teologiche e metafisiche. Questo è anche il lato più divertente ed interessante di questo libro, su cui l'autore fa leva in modo astuto. Certo, è fuorviante proporre un monologo chiamandolo dialogo: molte delle citazioni, non potendo avere qui una spiegazione a più voci (realmente dialogica), lasciano qualche dubbio di una intenzionale forzatura interpretativa. Infine una domanda: perché non limitarsi a far valere con maggiore eleganza l'indubbia forza delle argomentazioni razionali, piuttosto che voler dare lezioni di teologia al più famoso teologo del mondo?

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Carlo M.
Recensioni: 3/5

Scritto in maniera meno accurata del solito, questo pamphlet merita di essere letto se non altro per le citazioni tratte dalle opere del GRANDE TEOLOGO Ratzinger: fumose e spesso incomprensibili pappardelle devozionali, che richiamano alla mente Teilhard de Chardin con il suo altettanto fumoso (e chissà perché, famoso) PUNTO OMEGA, con la differenza che stavolta il "punto omega" assume le sembianze di Gesù Cristo. Raccomandiamo ai fedeli di Santa Madre Chiesa di leggersi piuttosto Tommaso d'Aquino, che almeno ha il pregio della chiarezza. Ma i lettori di Ratzinger avranno i dentini abbastanza forti per il pane del Doctor Angelicus? Ne dubitiamo fortemente...

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Gabriele Martufi
Recensioni: 5/5

Come ha scritto giustamente Karlheinz Deschner: «Le chiese cristiane vivono grazie al fatto che i loro seguaci non conoscono la storia della loro stessa chiesa». (cit. Karlheinz Deschner, Sopra di noi... niente). Ma non solo, la religione cattolica in particolare, sopravvive grazie alla credulità popolare, con la complicità del potere costituito (Stato), dopotutto è certamente più facile gestire un gregge di pecore che un branco di lupi. E non potrebbe essere diversamente, visto che la religione cattolica è insostenibile dal punto di vista teoretico e perfino dal punto di vista metafisico è piuttosto grottesca; per esempio, come è noto, secondo la religione cristiana gli animali sarebbero automi, senz'anima e senza coscienza, di conseguenza non proverebbero né emozioni né dolore: c'è bisogno di commentare? Per dirne un'altra, il Papa recentemente e in tutta tranquillità, ha dichiarato che «L'inferno esiste e non è vuoto» ma Dio è amore: c'è bisogno di commentare? Odifreddi è un pensatore che non si fa addomesticare, al contrario di molti "filosofi" contemporanei, è uno spirito libero direi, e in questo libro partendo dal libro Introduzione al cristianesimo di Joseph Ratzinger, intavola una sorta di dialogo virtuale con il Papa, dimostrando l'inconsistenza della religione cristiana a tutto vantaggio della vera religione/spiritualità, quella cosmica einsteiniana, sentiamo direttamente Einstein: «I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce né dogmi né dèi concepiti secondo l'immagine dell'uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica. Accade di conseguenza che è precisamente fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi». (cit. Albert Einstein, Come io vedo il mondo)

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La recensione di IBS

Una lettera luciferina al Santo Padre, una memorabile introduzione all’ateismo.

Nell’autunno del 1959 Piergiorgio Odifreddi varcò la soglia del Seminario di Cuneo. La sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di Piazza San Pietro la folla estasiata. Ma presto imparò che «il cammino che porta al soglio pontificio è più accidentato e tortuoso di quanto un bambino avesse ingenuamente potuto immaginare». E, soprattutto, che «per poter un giorno comandare bisognava iniziare subito a obbedire» e a essere rispettosi: cosa che già allora non gli piaceva particolarmente. Cinquant’anni dopo, il matematico impertinente ricorda quei tempi e, contenendo per una volta il suo abituale tono urticante e provocatorio, scrive con grande rispetto e sincerità a chi papa lo è diventato per davvero. Anche se, da scienziato, non abiura al dovere intellettuale di rimanere saldamente ancorato ai fatti della realtà fisica, storica e biologica. Ed è dunque costretto a confutare punto per punto il teologo Joseph Ratzinger, che crede invece in ciò che va «oltre» la realtà e sconfina nella metafisica, nella metastoria e nella metabiologia.
In questa lettera si confrontano così due metodi, due atteggiamenti, due visioni del mondo. Da un lato il «comprendere per credere», che accetta prudentemente di dar credito soltanto a ciò che si capisce e si conosce. E dall’altro il «credere per comprendere», che si azzarda a scommettere su ciò che ancora non si capisce o non si conosce, nella speranza che tutto poi si chiarificherà o giustificherà.
Ma, soprattutto, in questa lettera si contrappongono due Credi. Da un lato, il Credo canonico dei fedeli, commentato da Ratzinger nella sua memorabile Introduzione al cristianesimo. E dall’altro il Credo apocrifo dei razionalisti, enunciato da Odifreddi in una lettera che si presenta come un’altrettanto memorabile introduzione all’ateismo.

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Conosci l'autore

Piergiorgio Odifreddi

1950, Cuneo

Ha studiato matematica in Italia, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. Eminentestudioso di logica e matematica, è docente presso la Cornell University e l’Università di Torino. Collaboratore di «Repubblica», «L’Espresso», «Le Scienze» e «Psychologies», dirige per Longanesi la collana di divulgazione scientifica «La Lente di Galileo». Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, tra le quali, come ospite fisso, a Crozza Italia su La7.Ha vinto nel 1998 il Premio Galileo dell’Unione Matematica Italiana, nel 2002 il Premio Peano della Mathesis e nel 2006 il Premio Italgas per la divulgazione. Polemista acuto e brillante, spazia con padronanza dalla critica religiosa alla divulgazione...

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