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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Ho letto e sentito opinioni negative su questo libro, sicuramente dovute al fatto di essere ispirato in tutto e per tutto ad un grande capolavoro come il "1984" di Orwell. Cercando di pensare a "2041" come ad un romanzo del tutto autonomo, tuttavia, non si può non rimanere affascinati di fronte al lirismo delle pagine, una sorta di diario scritto in prima persona da un protagonista dai sentimenti sì affettati ma sicuramente umani. Nonostante tutto. Ho davvero apprezzato la messa in scena del dell'intreccio, notevole il finale. Superlativa l'atmosfera totalizzante del regime soverchiante che governa gli uomini in ogni aspetto della loro vita. Un'ottima esperienza.
Questo romanzo è un chiaro esempio di letteratura distopica, figlia di quel 1984 di Orwell che ha fatto scuola per tutti gli amanti del genere. Il romanzo è ambientato in Italia, fattore raro e si svolge in una Roma del futuro, appunto del 2041 governata dal Partito, che ricorda da vicino quell’occhio vigile a cui nulla sfugge che un tempo è stato ribattezzato grande fratello. Il protagonista, ragazzo brillante, riesce a fare carriera all’interno dell’Ente di programmazione nazionale, ma qualcosa da dentro comincia a deteriorarsi, fino all’epilogo. Di questo romanzo più che la storia narrata vanno ricercati gli spunti interessanti dell’autore che riesce a fare entrare il lettore nel mondo distopico così attentamente costruito, per far vivere al lettore momenti di tensione davvero notevoli. Questa storia mi ha ricordato nelle atmosfere un altro classico italiano di genere, L’uomo è forte di Alvaro Corraro.
Un libro potenzialmente interessante, ma riuscito solo a metà. Si inserisce a pieno titolo nel filone classico (e ahimé ormai troppo frequentato) del futuro distopico, e ha il merito di mostrare come può essere e forse già in parte è l'Unione Europea al peggio delle sue possibilità (una scelta interessante dal momento che tutti i romanzi del genere mostrano invece il crollo degli Stati Uniti). La narrazione però, benché coinvolgente, rimane troppo generica, sospesa, senza mai descrivere compiutamente il mondo futuro, col risultato di somigliare spesso ad un trattato di (fanta)politica che non ad un romanzo di fiction. Il protagonista è presentato molto bene, in maniera compiuta e a tutto tondo, ma non altrettanto si può dire degli altri personaggi, che rimangono piatti e senza una vera ragion d'essere (con la lodevole eccezione del padre). In sostanza dunque un libro piacevole e che fa riflettere, ma il cui autore non ha espresso a pieno tutte le potenzialità della storia che si è ritrovato tra le mani.
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