A colloquio. Voci, parole, linguaggio dell'incontro clinico

A prima vista questo libro può sembrare ben strutturato, sopratutto per la tendenza dell'autore a suddividere il libro nelle diverse parti che compongono il colloquio. Nella realtà una lettura leggermente più approfondita porta alla luce lo stile di scrittura decisamente poco chiaro, tipico di quei libri nei quali si parla di "aria fritta". Nel voler scindere il colloquio clinico in ben 19 parti e nel dover naturalmente scrivere su ognuna di queste, l'autore finisce con il dare tutta una serie di informazioni del tutto inutili. Lo stile è prolisso e noiso, spesso i concetti sono ripetuti e ciò che dovrebbe essere di facile conprensione finisce con l'essere un groviglio di informazioni nel quale ci si chiede cosa voleva comunicarci l'autore. E' come se l'autore prendesse da un articolato racconto una parte e la trasferisse facendone un nuovo documento senza "ne capo" e "ne coda". A mio avviso rimane un libro inadatto agli operatori del settore, interessati ai concetti fondamnetali e non ai ghirighori letterari. Un libro mediocre invece per coloro che amano leggere di psicologia, sempre che non muoiano prima di noia, ed in tal caso non sarebbero in grado di arrivare alla fine dle libro. Alessandro