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Non sente i suoi sessant’anni, nonostante sia una storia fortemente ancorata alla società americana tra gli anni ‘50 e i ‘60, ma alcuni temi- come la pena di morte- sono ancora di stringente attualità. Lo stile è superbo per il genere del noir - forse solo un po’ troppo lunga la seconda parte- anche grazie ad un’ottima traduzione. L’analisi psicologica dei due ‘ stragisti per caso’ è di estremo interesse per un ulteriore esempio di “banalità del male”.
Letto in una vecchia edizione. Terribile storia vera che si compone via via, a partire dal racconto dell' identità delle vittime. Scritta benissimo, a parte qualche parte un po' troppo lunga. Come si narra nella sua biografia, dopo quest'opera e l' esperienza a stretto contatto con i due omicidi e della loro fine, Capote non riuscì più a scrivere altro.
Scrittura magistrale merito anche del traduttore. Libro che appassiona e disegna la vita dell'America dell'epoca non priva di profonde differenze e dove la povertà fa cambiare la vita di due individui autori di un crimine efferato e privo di senso.
Libro che inaugura i romanzi di non - fiction in grande stile. Capote ha una scrittura molto chiara e sintetica che sa passare dalle immagini bucoliche ai materiali legali con la disinvoltura di un grande maestro.