Abbacinante. Il corpo

Il primo atto di questa incredibile trilogia è sicuramente più fantastico nel suo complesso, rispetto a questo secondo ponderoso volume, che comunque non delude affatto per delirante immaginazione fantastica. Dal tappeto quadridimensionale (pagine memorabili), realizzato al telaio domestico dalla madre del piccolo Mircea, sino agli uomini- statua ( ed anche gli statua-uomini che di notte vanno a caccia di esseri umani...) di Amsterdam, la mistica da iniziato dell'uomo-serpente, giunto in un circo di Bucarest dopo peripezie varie e viaggi...astrali, che farà scoprire e sperimentare, sempre al piccolo Mircea, mondi e dimensioni dell'essere inconcepibili. Lettura deliziosamente faticosa, impegnativa, che richiede parecchia attenzione e suscita continue riflessioni, forse Cartarescu esagera un pò con l'ossessiva autofiction, ma ampiamente compensato dall'afflato esoterico dell'opera, un tipo di cristianesimo ermetico affine alla dottrina rosacrociana. In passato in odor di Nobel, sarebbe adesso il caso di riconoscere il mostruoso talento dello scrittore rumeno, magari non premiando più cantautori come Bob Dylan, che oltretutto manco si é degnato di recarsi in loco a ritirare l'onoreficenza...

Ecco Mircea entrare nel labirinto della vita in questo secondo volume della trilogia Abbacinante. Il volume è molto più grosso del precedente e la lettura si intensifica man mano ci addentriamo nella storia sofisticata che questo scrittore ha strutturato, essa ci appare più lenta, le riflessioni più profonde sulla dignità dell'animo umano e ci porta a scoprire delle chiavi, chiavi che sono opzioni oppure deviazioni sulla strada della nostra vita, per poi concludersi chiudendosi nel suo guscio per aprire le ali a quel che sarà l'ultima parte di quest'esperienza lacerante. È un libro magnifico. Iniziate a leggere questa trilogia, ne uscirete segnati.