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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
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Repubblica Centroafricana, Togo, Monzambico, sono questi alcuni dei paesi che si visiteranno durante la lettura di questo diario scritto da Michelangelo Bartolo un medico che delle sue opere di apertura di centri di telemedicina in Africa ne ha fatto la sua missione. "L' Afrique c'est chic" è un diario che ci porta alla scoperta di nuovi paesi, nuovi modi di vivere, ci fa riscoprire la bellezza delle piccole cose e di come ognuno di noi dà importanza alle cose a seconda della parte del Mondo in cui è nato. Michelangelo ci racconta di come è nata la sua "missione" attraverso un linguaggio semplice dove la serietà dell' argomento è alternata a momenti di ilarità a tratti ironici. Ci racconta delle difficoltà incontrate nel reperire i finanziamenti, delle difficoltà dei viaggi e delle difficoltà tecniche a creare questi centri, ma ci racconta anche la gioia nel raggiungere obiettivi prefissati, nel salvare vite umane, nel conoscere l'altro e nella gratitudine dell'altro.
“L’Afrique c’est chic” è stata una lettura piacevole e allo stesso tempo interessante. Molte dinamiche mi erano assolutamente sconosciute. Come il fatto della teleconsulenza, ideata e portata avanti proprio dall’autore, grazie alla quale è possibile chiedere consulenze mediche, pressoché in tempo reale, dall’Italia. Durante questo piccolo diario di bordo, l’autore ci racconta diversi aneddoti sul Malawi, Centrafrica e Togo. I racconti non sono temporalmente seguenti ma spaziano nel tempo, quindi non abbiamo un racconto di una sola grande esperienza ma diverse, in luoghi diversi e in momenti diversi. Sono sincera, il libro non mi ha fatto impazzire principalmente per il fatto che c’è poca emozione. Mi aspettavo qualche esperienza emozionante, o qualche avventura ma ho trovato per lo più dinamiche legate alla burocrazia e ai diversi viaggi in aereo che l’autore fa per arrivare nei luoghi più remoti dell’Africa. C’è solamente un barlume d’emozione quando racconta di un bambino salvato parecchi anni prima e poi ritrovato. Quindi diciamo che questo aspetto non mi è piaciuto moltissimo, nonostante sia stato comunque interessante scoprire queste dinamiche. Ho apprezzato la componente storica inserita per raccontare e far conoscere il Centrafrica e poi altro aspetto molto positivo è sicuramente lo stile di scrittura sempre scorrevole e soprattutto ironico. Come ho già detto, è un libro interessante ma secondo me manca molto di emozione e di quell’atmosfera esotica tipica dei racconti ambientati in zone come quelle presenti in questo libro.
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