Al servizio della mia regina. A Royal Duty

Lady D. l'aveva definito "la mia roccia", "l'unico uomo di cui mi possa fidare". Ora Paul Burrell, maggiordomo della sfortunata principessa del Galles, ha deciso di raccontare la sua storia, dall'infanzia agli anni passati al servizio dei reali di Inghilterra e infine al fianco di Diana. Il suo libro di memorie A Royal Duty, uscito in Inghilterra nel novembre 2003, è finalmente pubblicato anche in Italia con il titolo Al servizio della mia regina: una biografia piena di rivelazioni che ha fatto gridare allo scandalo per il racconto di sconcertanti retroscena riguardanti la morte della principessa e la vita di corte. Senza reticenze, sulla base di esperienze personali e di immagini e documenti inediti, Paul Burrell ricostruisce un affresco composto da verità scioccanti, alleanze impensabili e potere assoluto. Tra le pagine che hanno fatto più scalpore, spiccano quelle in cui si parla della lettera con cui Diana avrebbe denunciato il tentativo di manomettere i freni della sua auto e di inscenare un incidente per eliminarla. Nel suo libro Burrell non rivela chiaramente il nome del misterioso "lui" a cui si riferirebbe la principessa, ma molti, compresi la stampa scandalistica inglese, hanno voluto identificalo con l'ex marito Carlo. Altrettanto scabrosi sono i racconti in cui l'ormai ex maggiordomo riferisce di amori segreti e relazioni gay che hanno scosso la regale imperturbabilità di Buckingham Palace. Dalla sua posizione privilegiata di valletto e confidente di lady D, l'autore non ebbe solo la possibilità di scoprirne i segreti più inconfessabili ma anche di conoscerne lo spirito unico, l'impegno umanitario, le gioie e la vitalità. E gli amori, tra cui quello per un misterioso amico del cuore, di cui non vuole rivelare l'identità. La figura di Diana è largamente protagonista nella pagine di questa biografia, tuttavia molto spazio è dedicato anche alla regina e agli altri membri della casa reale. Nato da un'umile famiglia in un piccolo centro minerario, Durrell entrò giovanissimo a Buckigham Palace, diventando presto il valletto preferito di Elisabetta.
Al di là dei veleni e dei gossip della stampa, il suo racconto di profondo conoscitore del mondo dorato dei palazzi reali, acquista il valore di una testimonianza diretta e di un ultimo commovente tributo nei confronti di quella che resterà per sempre la sua regina.

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