Alive

Da quando è apparsa sulla scena musicale nel 2003, Hiromi si è affermata come una delle musiciste più vitali, profonde e prolifiche del jazz contemporaneo. Scoperta dal leggendario Ahmad Jamal, la pianista e compositrice giapponese ha forgiato in questi anni uno stile peculiare che, pur muovendo da una profonda conoscenza della tradizione jazzistica, miscela diversi generi, attingendo anche alle esperienze dei membri del suo trio: il bassista Anthony Jackson (Steely Dan, Paul Simon, Michel Camilo, The O'Jays e Chick Corea) e il batterista Simon Phillips (Toto, The Who, Judas Priest, David Gilmour e Jack Bruce). Dopo il successo dei suoi precedenti album con questo trio, “Voice” (2011) e “Move” (2013), Hiromi rinnova la collaborazione con questo gruppo presentando il suo nono album come leader, intitolato “Alive”. Come spiega la stessa pianista: «Alive ha un doppio significato per me. Volevo scrivere brani che parlassero delle emozioni che segnano la nostra vita, che ci fanno sentire vivi (“alive” appunto). Ma la parola “alive” può anche significare “suonato dal vivo” ed sono convinta che dopo due dischi e numerosi concerti insieme, io, Simon e Anthony siamo in grado di racchiudere in un album in studio la straordinaria energia dei nostri concerti dal vivo». L’album si compone di nove brani, tutti composti dalla stessa Hiromi, in cui la pianista mostra ancora una volta la sua padronanza della tradizione pianistica jazz e classica (risuonano accenni a McCoy Tyner, Thelonious Monk e Erik Satie) che si fonde ad un desiderio innato di sperimentazione. «Ho sempre apprezzato diversi tipi di musica – spiega Hiromi – classica, rock, jazz, pop e non solo. Ed è per questo che le mie composizioni sono così varie». Una varietà che è comunque tenuta insieme dal peculiare linguaggio musicale di Hiromi che sembra aver trovato la sua dimensione ideale, come musicista e compositrice, in questo straordinario trio.