Nel 1890, quando ancora devono sorgere il Salone Margherita, l'Eldorado e il Circo delle Varietà, ossia quei luoghi in cui la canzone napoletana diventa internazionale, nasce il primo concorso di canzoni esclusivamente napoletane, apripista dell'epoca d'oro della canzone partenopea e che anticipa il glorioso periodo delle audizioni di Piedigrotta. La manifestazione, come afferma un articolo di recensione del quotidiano Il Roma, è alla seconda edizione. Lo stesso giornale specifica che avendo avuto un notevole successo nel 1889, Mimì (Diego) Aguglia, il direttore del concorso e proprietario dello Stabilimento Balneare del Chiatamone, ne ha organizzato subito una seconda edizione di proporzioni maggiori. É la prima volta, quindi, che una gara canora di canzoni popolari si sdogana in maniera definitiva dai carri della festa di Piedigrotta, anche se viene scelto, per il suo svolgimento, lo stesso periodo, ossia il mese di settembre. Nel 1889, però, il concorso è stato una semplice carrellata di canzoni napoletane, mentre questa volta si tiene quella che storicamente è inquadrata come prima gara canora di canzoni partenopee. Nell'articolo del bando di concorso viene specificato che è prevista una gara di canzoni popolari e che quella che viene selezionata come la migliore vince un premio di 200 lire in oro, una bella somma di denaro che spinge autori di una certa notorietà a presentare una propria composizione. È importante notare che il concorso a premi è indirizzato esclusivamente a canzoni dialettali, stimolando, in questo modo, un settore che, anche se abbastanza fertile, è stato per anni soffocato o, comunque, tenuto a bada. Sempre nel bando sono specificati i termini di presentazione, che vanno dal 1° luglio al 7 settembre del 1890. L'esecuzione della canzone vincitrice avviene con l'accompagnamento dell'orchestrina stabile dello Stabilimento Balneare del Chiatamone diretta dal maestro Pascale e viene premiata il giorno 14 settembre. Il premio di 200 lire viene assegnato alla miglior canzone, sia che questa sia stata scritta e musicata dallo stesso autore, sia che ci siano più autori. Nella seconda ipotesi, viene specificato che la divisione del premio avviene esclusivamente per accordi personali tra gli autori, senza alcun intervento della commissione che ne rimane totalmente estranea. Viene annunciato, inoltre, che la commissione giudicatrice è formata da critici d'arte e da un rappresentante di tutti i principali giornali di Napoli. I membri della commissione esaminatrice eleggono un presidente ed un segretario che provvedono a redigere un proprio regolamento interno con criteri e regole da approvare all'unanimità. Il ruolo della commissione è di assistere, tra il 7 e il 14 settembre, all'esecuzione di tutte le canzoni in gara e, a maggioranza di voto, stabilire un verdetto finale da comunicare alla direzione generale. Infine, la gara canora è libera e aperta sia a professionisti che dilettanti; questi dovranno depositare presso la direzione generale tutte le parti d'orchestra almeno otto giorni prima della sua esecuzione. Il termine di otto giorni è stabilito per dare la possibilità alla commissione esaminatrice di riunirsi per l'ascolto e per fare eseguire almeno una prova, prima dell'esecuzione della canzone, ai professori d'orchestra. Nel bando non viene segnalato se ci sia o meno un costo di partecipazione, anche se è precisato che le spese per le parti d'orchestra, da consegnare alla direzione, sono a carico dei concorrenti. Una ulteriore spesa a carico dei concorrenti è sostenuta per la scelta del cantante nel caso sia diverso da quello ingaggiato dalla direzione generale. Il bando di concorso della più bella canzone popolare viene pubblicato sul quotidiano Corriere di Napoli. Questo libro è uno spettacolo: non è la realtà che si fa storia; è la storia vissuta in tempo reale.
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