Alto come un vaso di gerani

Leggendo questo libro mi è venuto in mente un amico, a cui l'ho poi regalato, sia per l’assonanza staturale, sia per la nascita problematica. Da sempre gli opposti condividono lo stesso confine. Come in un cerchio in cui l’estrema sinistra confina con l’estrema destra. Come il pagliaccio con quella lacrima sulla guancia che sapeva far sorridere pur nella sua tragica realtà. In questo libro il pagliaccio Giacomo si rivela uomo reale, non dissimile da me o da te; con le stesse domande profonde, con gli stessi desideri pressanti e con lo stesso sguardo stupefatto davanti a ciò che lo circonda. Se ti aspetti di trovare in questo libro il Giacomino da palcoscenico non lo troverai. Ci trovi il racconto di una vita normale, nella quale ho riconosciuto tutti, o quasi, gli eventi della mia vita. I miti e le contraddizioni della nostra generazione, affamati del senso ultimo della vita. Gli incontri che ci hanno cambiato l’esistenza e le domande che li hanno evocati. Un libro che potrebbe essere un semplice racconto di storie tra amici davanti ad una birra. Ma c’è ed è anche di più perché non c’è il fancazzista che disturba ne la fretta di dover andare via. L’uomo Giacomo in questo libro si racconta e si confessa. Presenta le sue 4 stagioni con momenti di poesia ed altri di ironia. Non è un Verga né un D’Avenia; è solo un milanese piccolo piccolo. Come me … come te. Con delle domande grandi grandi. Come me … come te. Spruzzi di vita dal gusto agro-dolce. Come gli opposti che in un cerchio s’incontrano.

Una mezza ciofeca... noioso.

Alcune pagine sono piacevoli e intelligenti, altre banali e noiosette. Nel complesso, un librino che fa ricordare il tempo passato (mi sono ritrovata, dato che sono coetanea di Aldo) e guarda al futuro in modo positivo. Leggerlo, tutto sommato, lascia una sensazione positiva. Si può vivere anche senza leggerlo, ma - certamente - in giro ci sono libri assai peggiori!