L'amante fedele

Raccolta di racconti meravigliosi, il realismo magico di Bontempelli in piena maturità artistica. Dallo spettrale I pellegrini, che non sfigurebbere neanche nelle migliori antologie weird del '900, sino al terribile noir Ottuagenaria, il bizzarro cammino in Luci, il breve e misterioso Gallo, e ancora Nitta, Convegno, la novella L'acqua, Lunarie. Il testamento letterario di uno dei nostri migliori autori del secolo scorso. Con questo libro vinse il premio Strega nel '53, e pensare a cosa è diventato negli ultimi anni questo prestigioso premio letterario, be', meglio non pensarci....

Tornato in libreria per Utopia editore (2023) l’Amante Fedele, pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1953, e che valse all’autore il Premio Strega, questo libro di Massimo Bontempelli è l’espressione più autentica del realismo magico italico. Attraverso quattordici racconti e un romanzo breve, l’autore mette in scena le vite di protagonisti evanescenti e diafani, il cui universo spiazzante, in maniera imprevista, si sovrappone alla normalità quotidiana del mondo. Dall’uomo che scopre di avere in macchina una ragazzina addormentata e, distraendosi per pochi minuti, si accorge che è improvvisamente sparita al ladro che aiuta a non precipitare da un tetto il poliziotto che sta per arrestarlo; dalla ragazza che si crede un’imperatrice all’anziana signora che, dopo avergli raccontato molti segreti della propria vita, estrae una pistola e uccide il genero; dall’amante che si sforza in tutti i modi di non tradire la fiducia della donna a cui è legato alla famiglia che si divide intorno alla sorte di un gallo, valutando se sia più corretto lasciarlo vivere o cucinarlo. Fino alla storia di Madina che, per sfuggire alla prepotenza dei molti uomini che la desiderano e di cui non ricambia il sentimento, si immerge in un ruscello e diventa acqua. Tre direzioni troviamo in questa raccolta di racconti: il realismo per l’appunto che fa incursione nella quotidianità, l’impegno sociale o civico e l’amicizia/inimicizia tra gli uomini e della speranza, senza però perdere quel taglio cinico e grottesco tipico di Bontempelli.

Uno di quei libri che non si leggono e basta, quasi si bevono. Incalzante, scorrevole, di un'eleganza rara. Tanto i racconti quanto il romanzo breve con cui Bontempelli chiude la raccolta.