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Un amore di Swann. Ediz. illustrata - Marcel Proust - copertina
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Un amore di Swann. Ediz. illustrata - Marcel Proust - copertina
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Descrizione


Madame Verdurin è l'animatrice di uno dei salotti parigini più alla moda, frequentato tra gli altri da Odette De Crécy, una scaltra quanto affascinante ex cortigiana. Dietro suo invito Charles Swann, ricercato esteta di grande cultura, si unisce al gruppo. Elegante e raffinato, anche troppo forse per la cerchia dei Verdurin, Swann è attratto dai modi insoliti di Odette per la quale, complici una Sonata di Vinteuil e un quadro di Botticelli, si accende un amore presto teneramente ricambiato dalla donna. Ma questo sentimento viene lentamente soppiantato dall'ansia ossessiva della gelosia, in un crescendo tormentato e doloroso, perdendo pian piano la sua aura e rivelando a Swann la mera realtà di quell'incontro. Definito un "romanzo nel romanzo" all'interno dell'opus magnum "Alla ricerca del tempo perduto", torna in libreria "Un amore di Swann" nella storica traduzione di Giacomo Debenedetti. Al pari di un quadro di Renoir o Monet, Proust dipinge magnificamente la Francia di fine Ottocento, la sua società destinata a una decadenza irreversibile, in cui anche l'amore più travolgente manifesta la sua fragilità ed evanescenza.
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Dettagli

2016
20 ottobre 2016
189 p., ill. , Brossura
9788869931949

Voce della critica

Nel settembre del 1943 Giacomo Debenedetti si rifugia con la famiglia a Cortona. È l’inizio di quelli che de?finirà i “mesi nazisti”.? Tra le incursioni aeree,? l’arrivo degli sfollati? bisognosi di tutto, il ?terrore del tifo e delle rappresaglie tedesche. In queste condizioni estreme, si dedica, per la prima e l’ultima volta nella sua vita, alla traduzione di un testo di Proust, Un amore di Swann, che definirà “la prima prova sintetica e per così dire in vitro di una certa fenomenologia dell’amore che Proust ha identificata ed esplorata”. Debenedetti è stato tra i primi a scrivere su Proust in Italia, nel 1925 e nel 1928. La sua scelta di tradurre, quindici anni dopo, Un amore di Swann, è, dunque, una reimmersione nelle pagine di quel “maestro e fratello maggiore” che aveva mutato il corso della sua giovinezza, spezzando il sortilegio dell’estetismo di Wagner e di D’Annunzio e schiudendogli l’orizzonte di una problematica modernità. Ma per il Debenedetti degli anni quaranta il ritorno a Proust è anche la scoperta di un nuovo Proust, ossessivamente attento ai segni della crudeltà e della morte. È quanto emerge dallo splendido saggio Rileggere Proust, del 1946, che quasi certamente della traduzione di Un amore di Swann avrebbe dovuto costituire la prefazione. (…) A questa nuova visione dell’opera proustiana Debenedetti è arrivato attraverso il confronto con Un amore di Swann, affrontato, ha scritto Mario Lavagetto, “passo passo, dall’interno, con l’occhio miope e sollecito del traduttore”. La sua traduzione, che oggi Elliot ripropone opportunamente, è la testimonianza di questa svolta critica di grande portata. Ma non è soltanto questo. Pur presentando, come la traduzione press’a poco coeva di Natalia Ginzburg, qualche errore dovuto alla mancanza di strumenti lessicali adeguati, è un’opera letteraria a sé di grande interesse, una riscrittura del fraseggiare proustiano che si sforza di salvaguardarne le peculiarità ma trasponendolo in un italiano ricco di risonanze auliche e rimandi letterari. Giustamente la curatrice Daria Galateria ricorda a questo proposito i lavori di Viviana Agostini-Ouafi. Questa studiosa ha mostrato quanto in ogni riga della traduzione di Debenedetti sia presente la tradizione italiana, dalle origini al Novecento, tanto nel lessico quanto nel ritmo. Il lettore comune non percepisce, naturalmente, tutti gli echi evidenziati dal lavoro della specialista, ma avverte la stupefacente ricchezza della lingua di Debenedetti e la singolarità dell’incontro tra la sua rigorosa passione proustiana e il suo linguaggio nutrito di memorie dantesche e leopardiane.

Recensione di Mariolina Bertini

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Conosci l'autore

Marcel Proust

1871, Parigi

Scrittore francese. Esordì su alcune riviste legate al movimento simbolista. Nel 1896 uscì I piaceri e i giorni (Les plaisirs et le jours), raccolta di sofisticate prose d'occasione. Fra il 1896 e il 1904 lavorò a un romanzo che costituisce il primo abbozzo della sua opera maggiore e che fu pubblicato postumo con il titolo Jean Santeuil.Nel 1906, in seguito alla morte del padre e della madre, si trasferì in un appartamento di Boulevard Haussmann, dove fece applicare alle pareti della sua stanza un rivestimento di sugaro per proteggersi da ogni rumore. Lì, isolato dal mondo, scrisse Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu, 1913-1927), monumentale ciclo di sette romanzi (La strada di Swann, All'ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes,...

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