Anfitrione. Testo latino a fronte

Edizione molto ben curata. Introduzione e prefazione precise e attente ai caratteri della commedia di Plauto.

Ottima traduzione.

La commedia prende il titolo dal nome di uno dei protagonisti, Anfitrione, comandante dell'esercito di Tebe. L’opera è un classico esempio della cosiddetta commedia degli equivoci, basata cioè sulla confusione che, in questo caso, viene creata tra i personaggi umani e le divinità che ne hanno assunto le sembianze. Plauto, da vero e proprio antesignano, si serve del «furto di identità»: infatti, Giove, innamorato di Alcmena, approfitta dell’assenza del marito, Anfitrione, e si presenta nel suo palazzo sotto le spoglie dello stesso Anfitrione. Alcmena cade nell’inganno e si abbandona alla passione da cui, poi, nascerà una coppia di gemelli tra cui Ercole. Il ritorno del vero Anfitrione da il via ad una serie di motivi ironici così ben realizzati da Plauto da rendere quasi impossibile l’identificazione del vero marito, tutto a vantaggio della risata e fino allo smascheramento finale di Giove e del suo servo Mercurio.