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Anno edizione: 2020
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«Mi piacciono gli emarginati, coloro che hanno una vita nuda, dove tutto è passaggio, transito, clandestinità.»
«L'etica di Gregorio, di Varì, di Edoardo è la discrezione, l'attraversare i confini, la natura, le esistenze degli altri senza darlo troppo a vedere: da qui le pause, i silenzi, le omissioni, le vaghezze dei dialoghi, spesso privi di battute conclusive, che contrastano con la precisione scientifica, materica della natura, delle artemisie polverose, dei glomeruli, del capelvenere, degli anemoni di Caen, delle ducamela» - Paolo Di Stefano, la Lettura
Due sono romanzi di terra e uno di mare, ma tutti i personaggi di questi tre libri, contadini o marinai, sono fatti della stessa pasta, che è quella di un'umanità in estinzione, come in via di estinzione sono i paesi sempre piú spopolati da cui provengono, nell'entroterra dell'estremo Ponente ligure. Tutti e tre i protagonisti, Gregorio, Varí e Edoardo, sono sfiorati da figure femminili misteriose, affascinanti quanto sfuggenti. Ma non sarà l'amore, in nessuna delle tre storie, a farli uscire dalla loro solitudine quasi metafisica. Biamonti è uno scrittore che ha anticipato molti temi oggi diventati di attualità: i migranti e chi li aiuta a passare i confini, il fascino e la storia dei paesaggi abbandonati... Il suo sguardo lirico, la lingua ellittica dei suoi personaggi, il camusiano impegno etico di fronte ai disastri della storia, sono tutti elementi che ne hanno fatto un «piccolo maestro» dallo stile inconfondibile, amatissimo e imitato. Prefazione di Carlo Boccadoro.
Autore complesso e sfuggente. Una scrittura ostica, emotiva, capace di evocare emozioni, ricordi e soprattutto d'animare (almeno) la (mia) naturale propensione alla malinconia. Il paesaggio e i luoghi sovrastano i personaggi, ricondotti alla condizione di viandanti, presenze precarie in un mondo solo apparentemente immobile. La lettura lascia echi profondi e le quattro stelle sono solo perché forse, alla fine, qualcosa manca... o forse sono io a non avere compreso.
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