L' angelo nero

È un libro particolare che si snoda in racconti,in cui il tema è l'inclinazione al male,non sempre manifesta, il che rende tutto più terribile.

L’Angelo nero è un libro terribile, una raccolta di racconti che parlano del male che, in forme diverse, attraversa la vita degli uomini. Ma è anche un libro nel quale si affacciano personaggi disseminati nei libri precedenti scritti da Tabucchi e che ritroveremo anche in seguito. Alcuni appena abbozzati, quasi allo stato larvale, altri con caratteri più definiti. Sono il segno delle storie che stanno per nascere e che l’autore ci mostra nella sua fabbrica di parole che, nel suo caso, dietro una grande eleganza formale e capacità di suggestione, nasconde sempre un forte impegno civile. E poi, come non pensare a Montale e al suo Angelo nero? Perché nella narrativa di Tabucchi i richiami a Montale sono tanti e si riferiscono alla sua critica al potere, alla sua opposizione al regime fascista, al suo sentimento del tempo, che altera i ricordi, permettendoci di rivivere il passato modificandolo. Perché la memoria è un’incredibile falsaria, ci dice Tabucchi. Un libro inquietante e che inquieta, che ci spinge a formulare domande e che non ci fornisce mai risposte rassicuranti. Ma anche bello e profondo; un libro particolarmente caro all’autore che in più occasioni ha ribadito che non avrebbe potuto scriverlo a trent’anni, quando si è attratti dalla bellezza della vita e dalla sua solarità, mentre a quaranta se ne vede il male. E chi scrive, aggiungiamo, si chiede se e come può arginarlo quel male, affidandosi alla potenza della letteratura.