Correre

Una vita come quella di Zatopek avrebbe meritato un nareatore di gran lunga migliore. Libro superficiale. Non respiri nulla del contesto in cui si svolsero gli avvenimenti. Quante vite e quanti intrecci si sarebbero potuti raccontare… Non puoi dedicare più pagine alla corsa di San Silvestro in Brasile di quante scritte per la tripla impresa olimpica. Una secchiata d’acqua su un vetro: mezz’ora dopo non resta più nulla.. Delusissimo.

Correre è la biografia del podista ceco Emil Zátopek, poi divenuto pedina del governo comunista. Il romanzo fa parte della trilogia di biografie dell'autore francese (Ravel e Lampi). Come negli altri due lavori, anche qui lascia senza fiato soprattutto l'abilità dello stile, in grado di cogliere miserie e grandezze e condensarle in una prosa ironica ed epica. Si comincia dai giochi interalleati di Berlino, nel 46, dove troviamo questo atleta mal vestito di cui tutti ridono, che corre senza grazia e pure è lui a tagliare il traguardo; per poi arrivare al mito di Zátopek, atleta che corre perchè correre gli piace, la cui fama fa in breve il giro del mondo. Non lo fermerà nessuno. Non lo fermano neanche i russi, che dapprima lo cacciano in una miniera di Uranio, poi a raccogliere la spazzatura. Correre è, però, prima di tutto un grandioso atto di fede nella scrittura, nel suo potere mirifico di raccontare e, così facendo, di liberare dalle catene dell'attimo.

Correre è una biografia. Correre è un romanzo. Correre è un testo che non si sa bene collocare ma che con la sua semplicità disarmante conquista. La penna di Echenoz è veloce e tagliente proprio come Zatopek, il corridore protagonista di questa storia. Una storia che proprio come Zatopek avanza a larghe falcate e non si ferma mai. Da leggere tutta d'un fiato.