Another world. Il regno. Vol. 4

Questa tetralogia non mi ha particolarmente entusiasmata e con questo ultimo romanzo, dove cambiano i protagonisti mi sono sentita anche leggermente spiazzata. Sicuramente ci sono romanzi migliori dell'autrice, sebbene la scrittura sia sempre delicata e onirica.

Ultimo volume della saga il Regno che, secondo me, si conclude con poca gloria. Bella l’idea della famiglia particolare composta da 2 papà e una mamma ma non è stata adeguatamente sviluppata. Inoltre lo spostamento del ruolo di protagonista da Shizukuishi alla figlia Noni non costituisce una vera linea di separazione dai primi tre volumi quindi non si capisce la necessità di interrompere l’atmosfera creatasi senza introdurre elementi di novità sostanziale (Noni sembra trasferire alle pietre quel feeling che la madre aveva con i cactus). Qui oltretutto non si riesce quasi a ritrovare le stimolanti suggestioni presenti in precedenza che vengono sostituite da considerazioni piuttosto scontate e patetiche. Inoltre la vicenda si frammenta fra Mykonos, Lanzarote e il Giappone perdendosi in situazioni alquanto insignificanti. Fortunatamente recupera nella seconda metà dell’opera in cui l’autrice è capace (in parte) di ridestare l’interesse del lettore precedentemente distrattosi.

“Another world” è un racconto fresco, leggero ma che si incide fortemente nello spirito. È una boccata d’aria fresca, un mare limpido. La Yoshimoto ci racconta di Noni e di un incontro strano quanto incisivo: Noni ha due papà, Kaede e Kataoka. Quarto capitolo della saga “Il Regno”, Noni è ormai cresciuta e, dopo la morte di Kaede, lei riscopre, negli spostamenti tra Mykonos, Okinawa e Tokyo, l’amore per la natura e l’amore che esiste tra i singoli esseri umani, nonché i sentimenti scaturiti da morte e abbandono. Un libro che resta: buona lettura.