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Indice
Assieme a una puntuale ricostruzione da cronista dei pochi giorni vissuti da Aldo Moro prima del suo rapimento avvenuto il 16 marzo del 1978, il capitolo di apertura contiene un’originale presentazione di quella giornata filtrata dagli occhi ingenui dell’Autore, allora scolaro di nove anni, con le sue emozioni e lo smarrimento infantile; sono i ricordi di quella data nella quale mutò il corso della Repubblica e, come dice Damilano dalla sua prospettiva anagrafica, «diventammo grandi.» Per chi invece era allora ventenne, la giornata in cui si diventò grandi fu quella della Strage di piazza Fontana; quel 16 marzo rappresentò piuttosto la conradiana «linea d’ombra che ci avverte di dover lasciare alle spalle anche la regione della prima gioventù.» Ma il testo, oltre a una rivisitazione dei giorni di prigionia dello statista ripercorsa anche attraverso un esame dei sui scritti nel covo BR, racchiude tanto altro: è un viaggio nella vita e nei luoghi di Aldo Moro, dalla sua casa pugliese dell’infanzia agli studi universitari, dai primi incarichi politici alla partecipazione all’Assemblea Costituente e poi alla lunga carriera nelle istituzioni fino alla traumatica conclusione con la scia di misteri – e degli oscuri attori dietro le quinte – che ne seguirono. A parte qualche tono agiografico che si ritrova qui e là, emerge prepotente la ricchezza del pensiero di Moro che con lucida preveggenza intravedeva i rischi di un indebolimento e progressivo sfaldamento dei partiti di massa e del tessuto democratico e solidale, sostituiti dopo qualche anno dal leaderismo di Craxi e ancora di più di Berlusconi. Il sottotitolo del libro – “La fine della politica in Italia” – è in questo senso molto appropriato e tristemente attuale.
La cronologia storica dei fatti narrati è puntuale e lucida, anche se leggermente pomposa - se fosse stata più sintetica sarebbe stato meglio - l'autore è un ottimo giornalista, ci sarebbe riuscito alla grande. Mi ha fatto rivivere gli anni '70. Probabilmente abbiamo condiviso le stesse letture, fumetti, programmi televisivi, interessi di quell'epoca anche se sicuramente è andata meglio a lui; Marco è un bravo "ragazzo", è anche un discreto romanziere. Buon libro in generale.
Il ritratto di un uomo politico e delle sue idee senza retorica e senza maschere. Luoghi, memorie, lettere, testimonianze si intrecciano in una narrazione intima restituendo la lungimiranza di un pensiero politico che poteva cambiare il destino della storia italiana. Scritto benissimo. Da leggere assolutamente.
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