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“Questo impero sarà la rivoluzione / In Italia già stanno tremando”. Estrapolata così, senza contesto, potrebbe sembrare la solita punchline riempitiva (e probabilmente lo è anche), ma da quando nella scena trap si è palesato Laioung è come se fossero cambiate radicalmente le regole del gioco. Il verso comunque è tratto da Don Vito, uno dei brani già presenti nell’esordio Ave Cesare, che ora Sony Music ripubblica aggiungendo otto inediti e ufficializzando un talento straripante. Non per altro dico che gli altri giovincelli della trap se la stanno vedendo brutta.
Giuseppe Bockarie Consoli, armadio tutto tatuaggi e anelli frutto dell’incontro tra un barese e una sierraleonese, a differenza del rapper comune canta (quasi) come John Legend, suona il Fender Rhodes come James Blake, dabba come i Migos e si produce da solo i beat come nessuno di questi qui sopra.
Fabri Fibra l’ha adocchiato subito, rendendolo l’unico rapper (24 anni, popolarità ancora da farsi) ad apparire nel suo ultimo disco Fenomeno. Lo stesso vale per Gué Pequeno, che l’ha cercato facendo così nascere la Vengo Dal Basso, che è un po’ l’ammiraglia degli inediti di questo lavoro: strumentale vagamente à la Frank Ocean, vocalizzi R&B di Laioung con un filo di autotune (non ne hai bisogno quando sei davvero intonato) e Gué a smitragliare rime. Incredibili intuizioni anche quelle di Fuori (Je So Pazz), originalissima rivisitazione trap del pezzo senza tempo di Pino Daniele, e Andrea Bocelli, un’ode appassionata che lo stesso tenore pare abbia apprezzato molto. Quanto a Giovane Giovane, feat. Izi e Tedua, e 6.000 Euro, qua in redazione si fregiano già del titolo di inno. Forse sui testi c’è ancora qualche margine di miglioramento ma “senza nessun dubbio” (cit.) è la prima volta che da queste parti si vedono tante doti concentrate nella stessa griglia di denti d’oro.
Recensione di Claudio Biazzetti
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