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Questo è un romanzo che non passa inosservato, non può. Herbert apre il suo album fotografico e sceglie alcune foto, le più scolorite ma allo stesso tempo le più macchiate, e te le fa vedere. Cosa ci vedi? Ci vedi una donna bellissima, Guadalupe Chávez, che per vivere fa la prostituta. Ci vedi cinque bambini, con la stessa madre ma con cinque padri diversi che si arrampicano ed arrancano per non affogare sotto il pesante cielo messicano. Poi vedi uno di loro che è presente in più foto, ma lo vedi in ogni foto intento ancora a non affogare, ancora ed ancora, e lo fa come lo fanno tutti i bambini e poi gli adulti che non hanno avuto la possibilità di essere bambini, ovvero con una costante, logorante, periodica tortura. Ecco le sostanze, quelle pesanti, sottolinea Herbert. Ecco il dover affrontare come si può quel ‘sentimento di vergogna e di disperazione dal quale, ad ogni modo, di rado riesco a sfuggire quando mi sveglio la mattina…’. E poi vediamo una foto: è più recente, c’è una donna in un letto di ospedale, è quella donna bellissima che abbiamo già visto, ma stavolta la sua bellezza è logorata dagli anni e da un cancro. Accanto a lei nella foto c’è quel bambino mai cresciuto che dovrà decidere di crescere e lo dovrà fare accompagnando sua madre nel suo ultimo viaggio. ‘Ballata per mia madre’ affronta non un legame madre-figlio, ma il legame madre-figlio, svelandone le ambivalenze e le terribili verità. E’ nello stesso tempo un viaggio che mostra un Messico infetto, maleodorante, poco turistico e molto concreto. E’ come se insieme al corpo di Guadalupe si disfacesse anche un altro corpo, quello della propria patria. È come se a morire fossero entrambi. Era da molto tempo che non mi imbattevo in un libro così bello. Da leggere assolutamente.
Pagg 218 "Ballata per mia madre" di Julían Herbert Si può dire un libro "colto" in ogni suo aspetto? (stile narrativo, contenuto, lessico e...) Si può definire romanzo completo un racconto che ha in sé ogni sorta di sentimenti buoni, cattivi, amari, struggenti tanto da mischiarsi e risultare indefiniti, impronunciabili, fantasmi dell'anima? Affascinante nella sua agilità linguistica che, nei folgoranti capitoli, raggiunge un lirismo sublime. L'ho letto con bramosia immedesimandomi con struggente dolore al protagonista che percorre la sua vita come in una scala musicale. Nell'apparente osticità a effetto respingente, la sensazione di librare in aria in un mondo dominato da figure irreali e mistiche e nelle parole, che rinunciano alla forma stucchevole, l'elevazione della più alta forma di amore. "Ballata per mia madre" è un viaggio genuino e febbrile nel concetto di famiglia, è la radiografia di un paese e dei suoi fantasmi culturali, ma è anche un racconto intimo narrato con rabbia e dolorosa dolcezza "Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, è sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa..."
Gran bel memoir di un giovane scrittore messicano che ripercorre con la semplicità delle cose vere il rapporto con la madre, assistendola nella malattia. Delicatissimo.
Recensioni
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