La bella addormentata - Ross MacDonald

In questo libro Ross MacDonald riprende, forse mutuandolo dai tragici greci, il tema più caratteristico della sua narrativa: quello di una hỳbris implacabile che incombe su giovani vite, fondamentalmente innocenti, ma pur sempre condizionate e, forse, financo corrotte, dai peccati inconfessabili delle generazioni precedenti. Qui, infatti, a differenza che nella saggezza popolare, le antiche colpe dei padri (e delle madri, degli zii e dei nonni) ricadono sempre, in maniera quasi epigenetica, su figli incolpevoli, col fragore moltiplicato degli interessi usurari maturati negli anni, che ora si presentano inattesi alla riscossione, determinando un'ineluttabile resa dei conti fino alla catastrofe finale. Il rapimento anomalo di una ragazza troppo fragile, che per sua sfortuna è anche l'ereditiera più giovane di una famiglia che pare avere come unici collanti il dio denaro e un enorme grumo rappreso di segreti inconfessabili, farà da innesco a una serie di omicidi che il detective Lew Archer proverà a risolvere. Il private eye creato da Macdonald ricorrerà quindi a tutto il suo repertorio investigativo, sparando domande a raffica, ricevendo molte porte in faccia - sopportate sempre con (apparente) placida ironia -, e muovendosi in maniera quasi convulsa nella sterminata Città degli Angeli, fra highways intricate ed opulenti boulevards, fino ad arrivare là, nelle ville sul mare, dove dimorano, arroccati come dei sull'Olimpo, gli arroganti magnati dell'aristocrazia del dollaro e del petrolio. Altra componente che ricorre spesso nel genere hard boiled è quello dell'agnizione, topos cui l'autore ricorre ripetutamente in questo frangente, al punto che, alla fine del romanzo, praticamente tutti i personaggi risultano imparentati. In definitiva si tratta di una detective story con una bella trama, personaggi abbastanza convincenti e una scrittura piacevole che mi sento di consigliare incondizionatamente.