Braindead

I Lost Society nascono nel 2010 a Jyväskylä, Finlandia, per volere del frontman Samy Elbanna. L’obiettivo di Elbanna era chiaro fin dall’inizio: dare vita alla più energica e sorprendente band thrash/speed degli ultimi anni. Grazie all’acclamato album di debutto “Fast Loud Death” (2013), i Lost Society, allora poco più che adolescenti, hanno rapidamente guadagnato fama e rispetto attirando l’attenzione di veterani come Kreator e Testament. Il successivo “Terror Hungry” (2014) ha visto la band ampliare i propri confini affiancando a quanto fatto in precedenza alcuni degli elementi che hanno reso grandi band come Anthrax, Pantera e Municipal Waste. Il risultato: numerosi show live e apparizioni nei maggiori festival europei. Nel 2016 nulla è cambiato anche se tutto è diverso. Fin dal primo secondo del nuovo album del quartetto, “Braindead”, è chiaro che la giovane passione che animava i primi anni si è evoluta in qualcosa di più alto e intenso. Nulla di ciò che abbiamo imparato ad amare è stato perso ma gli sforzi sono ora incanalati in ciò che può essere tranquillamente definito come il più maturo e profondo album dei Lost Society. Devastanti riff, implacabili linee di basso e martellanti groove creano paesaggi sonori di morte e devastazione, mentre Elbanna sputa versi velenosi di follia e dolore. Prodotto da Nino Laurenne al Sonic Pump Studios di Helsinki, masterizzato da Svante Forsbäck al Chartmakers e caratterizzato da un altro incredibile artwork del maestro Jan Meininghaus (Bolt Thrower, Sick Of It All, U.D.O.), “Braindead” combina la violenza sonora di Slayer ed Exodus aggiungendo un pizzico di death melodico à la Children Of Bodom. Ma, cosa più importante di tutte, “Braindead” conferma il destino della band finlandese: diventare una delle più importanti band thrash metal contemporanee.