Brevi interviste con uomini schifosi
- EAN: 9788806185374
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05/03/2015 15:18:43
Racconti di varia ispirazione e, a mio parere anche di diversissimo valore: alcuni, o forse uno soltanto bellissimi. Il ragazzo che sale sul trampolino è indimenticabile.
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29/01/2011 06:49:24
Ok, se Infinite Jest vale 5, a questo come al 99% dei libri al mondo bisogna dare al massimo 4. ma ci sono pagine memorabili, genio liquido, e un racconto, Ottetto, che è quasi un testamento dell'intimo dibattimento del grande David
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14/12/2009 09:33:55
E' stato il mio primo incontro con questo scrittore eccezionale. Non è semplice dettagliare le sensazioni che questo romanzo cerebrale, ossessivo, urticante, graffiante ed a tratti morbido, ha lasciato sulla mia pelle. Posso solo consigliare ed invogliarne la lettura a chi è sensibile alle sfaccettature emozionali e psicologiche, ma anche per capire che al mondo esistono persone con una marcia in più.
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06/10/2008 14:15:14
"La persona Depressa” è uno dei capitoli di punta di questa voragine acuminata che scava gallerie nello stomaco e dove la macchinosa sopravvivenza è imbullonata ai relitti dell’alienazione. Come sempre, nelle pagine di David si susseguono catene di montaggio d’intelligente tedio spiralitico solcate e sbudellate da disseminati lampi di genio a forma di catapulta catartica. Si narra di Mostri in queste brevi non interviste, si narra di Mostri bloccati fra una risposta ed una mancata domanda, radiografati nella risonanza magnetica del linguaggio chirurgicamente dissezionante. Siamo tutti Mostri. Nascosti dietro i Vibratori interbloccati, nelle percussioni cerebrali a basso dosaggio nascenti ad ogni pagina, nelle trivelle concettuali dove ricicliamo impastiamo e amalgamiamo storie di personale ossessione. Sulla griglia del picnic: Nevrosi e Garanzia, Soggezione e Profezia, Profeti del Realismo Isterico e Rulli Compressori Iperparabolici. Scandagliate letterarie superpatinate da stroboscopico slang e dolcificate da ipocaloria zoomata delle Certezze demolite. Le Trame sono accennate, accatastate e bruciate a fuoco lento. David Foster Wallace fa sua la concatenazione del ragionamento con il quale si addentra in concetti sminuzzando le astrazioni a prezzemolo con talentuosa maestria decostruente. Il suo è abuso ininterrotto della coscienza. Il suo iperzoom elucubratorio ed intellettualistico-finto-sbracato sugli oggetti, qualsiasi oggetto, è meramente terrificante. Mi assale la percezione proteiforme che tutto sia ineluttabilmente descrivibile, parolabile, raccontabile, descrivibile, anche la genesi del pensiero mentre si scalpella nella verità che ti prende di mira sullo zerbino cerebrale. Eccolo, il Canto della Forma, il Sacerdozio della Dipendenza, il Pionierato del Disfacimento: un infinito scherzo che esigo non finisca mai.
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28/01/2002 14:41:40
Contorto e volgare, questo testo apparirà ancor meno piacevole tra le mani di lettori attenti e poco devoti a contenuti di puro stampo tecnico. Non essendo io uno di questi, non posso certo affermare di averne condiviso o appoggiato l’intento (qualunque esso fosse), né tantomeno lo stile. Una delusione.
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30/11/2000 14:57:56
Non tutti sono schifosi allo stesso modo…allora il punto è : ci fidiamo della capacità di scrittura di fronte ad ogni sgradevolezza che vogliamo scrivere? a volta la seconda prevale sulla prima, e a volte con esiti piuttosto banali (vedi il racconto dell'uomo che usa il proprio moncherino - la sua "dote" - per conquistare le donne, un po' troppo citato, anche nella prefazione italiana...). Ma dove la scrittura diventa respiro affannoso e incredula limitatezza nel comprendere (vedi il dittico "Mondo adulto")allora gli esiti sembrano davvero irresistibili. Dalle parole della donna il cui marito esce ogni notte per "seguire l'andamento dello yen" entriamo direttamente nel suo stomaco, nei suoi occhi semiaddormentati, nella gravosa convivenza con una educazione buona solo ad imbolsire. In questo racconto, e nelle altre storie brevi che non puntano al pugno allo stomaco, Wallace fa un uso straordinario della scrittura, suono odore e colore al tempo stesso. per questo si, vale la pena di intervistare questi poveri sch
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31/07/2000 14:12:56
Troppo pigra per scrivere una recensione, vi mando la -parziale - traduzione di quella che, fra le recensioni che ho letto, rispecchia meglio le mie impressioni - entusiastiche - sul libro. "Un filo che corre attraverso tutte le opere di Wallace è il nostro bisogno di capirci gli uni gli altri, i surrogati che cerchiamo per alleviare il dolore causato dal fallimento nel riuscirci, e i modi nei quali questi surrogati aggravano questo fallimento." "Le Brevi Interviste esplorano le più oscure regioni della famiglia, dell'amicizia e del desiderio sessuale. I personaggi, che nei primi libri di Wallace lottavano contro l'"anestesia" e l'"afasia", qui vedono se stessi come "tenebrosi", "malvagi" e "senza alcuna speranza di diventare mai sinceramente buoni". Le B.I. mostrano uomini brutali che parlano francamente delle loro inclinazioni erotiche. (...)Wallace non è mai stato così diretto, e in un primo momento questa intimità lo fa apparire come uno che sta raggiungendo uno stato di grazia. (...) W. è sempre stato uno scrittore leggero, comico; ma la sua intelligenza può essere una maledizione. Nelle B.I. le parole feriscono e lo humor, calando verso il basso, mostra i denti. L'amore coniugale si rivela come qualcosa di ripugnante di cui non si osa parlare. La sessualità è antierotica. Più volte W. porta due persone all'intimità più priofonda e mostra quanto lontane ancora esse rimangano. (...)
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26/07/2000 09:23:11
Geniale, stupefacente, fantastico...
